L’Islam radicale torna colpire in Europa. È successo ieri a Mannheim, in Germania, città distrutta durante la Guerra dei Trent’anni e ricostruita come simbolo della convivenza tra religioni. Tutto si è svolto in pochi minuti: un coltello, le urla, uno sparo e il sangue sul selciato della Piazza del Mercato. La vittima è Michael Stürzenberger attivista del Movimento Pax Europa (Bpe), associazione della destra populista, che afferma di impegnarsi per la «preservazione della cultura ebraico-cristiana in Germania e in Europa» contro la «strisciante islamizzazione». Stürzenberger doveva tenere un comizio sul pericolo dell’islam politico. Sui cartelli della Bpe campeggiavano scritte come «Vietare la sharia» e «Fermare l’Islam politico». L’oratore si apprestava a intervenire tra le bandiere di Germania e Israele quando è stato aggredito da un 25enne afghano, Sulaiman A., che con un coltello lo ha ferito a una gamba e al volto. Il personale di sicurezza della Bpe ha tentato di fermare l’aggressore, che si è divincolato e ha colpito al collo e al capo uno dei poliziotti accorsi sul posto, prima di essere abbattuto da un colpo di pistola esploso da un altro agente. In totale, i feriti sono stati sei, con il poliziotto in pericolo di vita.
Secondo gli inquirenti, il movente è jihadista, ma non è ancora accertato anche perché l’aggressore non era noto come estremista musulmano. Sulla piazza di Mannheim è rimasta una scia di sangue in cui scorre la polarizzazione montante in Germania, dove la coesistenza tra culture appare sempre più vacillante tra Islam politico in mobilitazione, minaccia di attentati jihadisti ed estrema destra in ascesa. «Uno scontro tra estremisti» con Stürzenberger attaccato «perché radicale critico dell’Islam» ha dichiarato Rainer Wendt, presidente del Sindacato di polizia tedesco (Dpolg). La vittima è, infatti, un acceso oppositore della fede musulmana, vicino al movimento di estrema destra come Europei patriottici contro l’islamizzazione dell’Occidente (Pegida) e ai neonazisti del Partito nazionaldemocratico tedesco (Npd). Già nell’Unione cristiano-sociale (Csu), Stürzenberger si è radicalizzato e ha promosso una crociata personale contro l’Islam nel 2008, quando il suo amico Ralph Burkei fu tra le vittime degli attentati jihadisti avvenuti a Bombay. Promotore di campagne contro la costruzione di moschee, Stürzenberger ha paragonato il Corano al Mein Kampf di Hilter, è stato condannato per vilipendio di religione ed è sotto osservazione delle autorità di sicurezza come islamofobo. Ora, alla vittima e all’agente di polizia ferito va la massima solidarietà della politica tedesca. Per il cancelliere Olaf Scholz, «la violenza è assolutamente inaccettabile nella nostra democrazia, l’aggressore deve essere severamente punito». Un messaggio necessariamente moderato da chi governa un Paese dove le tensioni salgono.
Più diretta la ministra dell’Interno Nancy Faeser, secondo cui l’attacco di Mannheim costituirebbe «un’ulteriore conferma del grande pericolo della violenza islamista», qualora le indagini rivelassero un movente
jihadista. «È terrorismo», ha tuonato il presidente dell’Unione cristiano-democratica (Cdu), Friedrich Merz. Da Alternativa per la Germania (Afd), Beatrix von Storch ha esortato a «fermare l’islamismo» votando per il suo partito.