Nel caso in cui gli Stati Uniti dovessero dispiegare i loro missili in Europa o in Asia, la Russia potrebbe adottare misure nel campo della deterrenza nucleare. L’avvertimento è arrivato direttamente da Sergej Lavrov nel corso di un’intervista fiume rilasciata all’agenzia russa Ria Novosti. Il ministro degli Esteri di Mosca ha attaccato duramente gli Usa e delineato le eventuali contromosse del Cremlino di fronte ad un aumento della tensione internazionale. Lavrov ha parlato di generici “passi nel campo della deterrenza nucleare” e di un ipotetico abbandono russo della moratoria unilaterale sul dispiegamento di missili a medio e corto raggio.
I missili della discordia
“L’attuazione da parte degli americani dei piani di dispiegamento di missili terrestri a medio e corto raggio non rimarrà senza la nostra reazione. In particolare, in questo caso, con l’abbandono delle autolimitazioni unilaterali introdotte dalla Russia dopo il ritiro degli Stati Uniti dal Trattato Inf” (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty). Non escludiamo ulteriori passi nel campo della deterrenza nucleare“, ha dichiarato Lavrov, secondo cui la presenza di questi missili Usa in Europa e nella regione dell’Asia-Pacifico “creerà una seria sfida alla sicurezza per la Russia” e sarà “un problema non solo per Mosca“. Il ministro sembrebbe riferirsi ad alcuni partner del Cremlino, come la Bielorussia nel continente europeo e il tandem Cina-Corea del Nord nella regione asiatica.
In ogni caso, Lavorv è stato chiarissimo in merito all’indiscrezione secondo cui Washington starebbe pensando di piazzare missili nei pressi del confine russo, sul territorio di Paesi partner: “I missili avanzati americani saranno in grado di coprire i posti di comando e le posizioni delle nostre forze nucleari. Le decisioni su questi temi sono di competenza del presidente della Federazione Russa“.
A proposito di missili e partner americani, la Polonia ha annunciato l’acquisto dagli Stati Uniti di missili da crociera con una gittata di mille chilometri per un valore di 677 milioni di euro. Il ministero della Difesa polacco ha fatto sapere in una nota che “la guerra in Ucraina ha dimostrato l’importanza di poter lanciare missili contro obiettivi anche molto lontani dalla linea del fronte, e la gittata dei missili acquistati è di circa mille chilometri“. Le consegne dei missili Agm-158 Jassm-Er saranno effettuate tra il 2026 e il 2030, ha affermato il dicastero di Varsavia. La Polonia dispone già di missili Jaddm con una gittata di 370 chilometri che vengono utilizzati dai suoi aerei da caccia multiruolo F-16 di fabbricazione americana.
L’avvertimento di Lavrov
Lavrov ha quindi puntato il dito contro gli Stati Uniti e la Nato, sostenpolendo che “sono pienamente coinvolti nel conflitto in Ucraina e non si fermeranno davanti a nulla“. “Tuttavia, speriamo che le esercitazioni russe e bielorusse in corso sull’uso di armi nucleari non strategiche diano ai nostri avversari una pausa di riflessione, ricordando loro le conseguenze catastrofiche che potrebbero derivare da un’ulteriore escalation nucleare“, ha aggiunto il ministro. Che ha poi definito “una provocazione da parte dell’Alleanza atlantica” la consegna di aerei da combattimento F-16 alle forze armate ucraine.
In merito all’Ucraina, Mosca “ritiene che gli Stati Uniti siano diventati complici dei crimini di Kiev“, ha detto ancora Lavrov parlando degli attacchi missilistici ucraini contro le città russe. “Nella strategia di sicurezza nazionale americana, la Russia viene citata come una minaccia immediata. Gli Stati Uniti e la Nato affermano direttamente che il loro obiettivo è infliggere una sconfitta strategica al nostro Paese. La Casa Bianca è diventata complice dei crimini del regime di Kiev“, ha spiegato ancora lo stesso Lavrov.
In vista del futuro, a detta di Lavrov l’Occidente teoricamente può “accelerare” una soluzione politica alla crisi ucraina bloccando le consegne di armamenti a Kiev. “In teoria sì“, ha risposto il ministro quando gli è stato chiesto se esista la possibilità di risolvere il conflitto adottando una soluzione diplomatica.
“Per fare questo, è necessario che l’Occidente smetta di rifornire di armi l’Ucraina, e che Kiev smetta di combattere. Prima ciò accadrà, prima avremo una soluzione politica“, ha concluso il ministro di Vladimir Putin.