Si chiama “Testa o croce” il nuovo brano di Simone Baldelli, un pezzo italiano di genere pop con influenze latine.
“Arrangiato da Filadelfo Castro e impreziosito dalla tromba di Daniele Giardina, il pezzo affronta con disincanto e con una punta di ironia il tema complesso della responsabilità del decidere e del decidere per gli altri”, spiega a ilGiornale.it l’ex deputato di Forza Italia che dal 2019 ha già inciso sei brani. “La musica mi piace, mi piace ascoltarla, farla e produrla”, aggiunge Baldelli per il quale scrivere canzoni “è tirare fuori una parte di sé e consegnarla ad una dimensione che può superare tempo e spazio”.
“Testa o croce” è una canzone orecchiabile che, grazie alle piattaforme digitali, può ascoltare chiunque, “anche dall’altra parte del mondo e – osserva Baldelli – probabilmente anche fra 50 anni”. L’autore del brano non intende inseguire mode, né farsi imprigionare dalle tendenze del momento e ha un suo stile quanto più lontano possibile dal modello di cantante rap moderno, riconoscibile per l’immancabile tuta, le collane e i tatuaggi.
Baldelli è un artista eclettico e maturo, amante delle imitazioni e vignettista che predilige uno stile da crooner, un abbigliamento sobrio e contenuti che abbinano riflessioni profonde a leggerezze ritmiche e sonorità ricercate. In “Testa o croce”, il cantante romano tratta del dilemma di chi si trova di fronte a una decisione importante. “Un decidere che, in un’epoca di apparente superficialità, ma anche di sfide epocali come quella dell’intelligenza artificiale che sembra potersi sostituire all’uomo in tanti processi, per qualcuno resta ancora figlio di riflessioni, domande, illusioni, desideri, errori e paradossi, ma in assenza di una vera volontà di scelta, può divenire semplicemente l’affidarsi ad altro”, spiega Baldelli.
L’ex vicepresidente di Montecitorio, che oggi svolge l’attività di giornalista e scrittore, contrappone la decisione ragionata al lancio di una moneta, “un caso – dice Baldelli – a cui far scegliere al nostro posto tra due facce della stessa moneta, tra testa o croce, tra buio o luce, tra dritto e rovescio, tra menzogna o verità”. “Testa o croce”, dunque, può essere l’inizio di una partita tutta da giocare o la scelta di delegare proprio al caso una decisione che non si può o non si vuole prendere, con il paradosso che anche lasciare scegliere alla moneta in fondo è una scelta. “Anche votare è una scelta di responsabilità.
Non votare è una rinuncia alla responsabilità, come lanciare una monetina. La moneta, poi, ha due facce. Io in genere preferisco le persone che di facce ne hanno una sola e che ti dicono in faccia la loro verità”, sostiene Baldelli.