Spinelli resta agli arresti. E i pm si correggono: “Contributi leciti a Toti”

Spinelli resta agli arresti. E i pm si correggono: "Contributi leciti a Toti"

Resta ai domiciliari Aldo Spinelli, l’84enne imprenditore della logistica accusato dalla Procura di Genova di aver corrotto il governatore Giovanni Toti e l’ex presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini. I suoi legali Sandro Vaccaro e Andrea Vernazza avevano fatto istanza di revoca al giudice per le indagini preliminari, a cui per altro Spinelli aveva scelto – a differenza di altri indagati – di rispondere nell’interrogatorio di garanzia subito dopo gli arresti del 7 maggio. Ma per il gip i presupposti cautelari non sono cambiati. Non solo «la misura appare proporzionata» e «adeguata», ma Spinelli nel caso tornasse in libertà potrebbe «acquisire nuovi incarichi e cariche all’interno» del suo Gruppo o avere la «possibilità, tutt’altro che astratta, che continui perseguire interessi imprenditoriali, curando, dirigendo e gestendo le pratiche societarie». Per il magistrato, dunque, sussistono ancora il rischio di inquinamento probatorio e la reiterazione del reato, «dal momento che le indagini sono ancora in corso e potrebbe ipotizzarsi il contatto dell’indagato con altre persone al fine di concordare una versione diversa dei fatti». Come l’ha presa lui, lo «zar» del porto di Genova? «Come può stare secondo voi? Come un uomo di 84 anni abituato a lavorare venti ore al giorno e che è recluso in casa, può vedere solo il fratello – commenta il suo legale Sandro Vaccaro – Non condivido minimamente le esigenze evidenziate dal Gip. Si potevano tranquillamente tutelare con la misura dell’interdizione. Mancano a mio avviso l’attualità e la concretezza dei presupposti cautelari. Avevamo fatto istanza di revoca da un punto di vista soggettivo, non dei fatti contestati, vista l’età della persona e il clamore vicenda. Clamore per cui ci si chiede come potrebbe Spinelli in questa fase reiterare il reato». Di certo non si andrà per ora Riesame. E anche alla luce dell’interrogatorio «lampo» di Signorini, che non avrebbe ammesso alcun addebito davanti ai pm e che dunque si sarebbe concluso in modo piuttosto rapido, gli avvocati di Spinelli valuteranno il da farsi. Se chiedere o meno un interrogatorio, per Aldo e per il figlio Roberto.

Sono giorni di attesa per il governatore Toti, che tramite il suo legale Stefano Savi, presenterà istanza di revoca dei domiciliari al gip. Nel caso non dovesse essere accolta, si andrà probabilmente al Riesame, ma solo sui presupposti cautelari.

Ieri mattina invece si è risolto il giallo della trascrizione del verbale di Roberto, indagato, che era stato sentito il 16 maggio nell’interrogatorio di garanzia. Si era ritrovato una frase trascritta in modo errato: Toti «voleva i finanziamenti illeciti». Non appena letto quel testo si era affrettato a inviare una smentita al giudice: «Ritengo, come ho fatto, di aver detto leciti». La frase incriminata era stata trascritta da un software automatico. Eppure ai pm non era bastata la smentita, e nemmeno aver riascoltato la registrazione. Tanto da richiedere al gip di disporre una perizia sull’audio. La giudice aveva optato per un contraddittorio tra le parti, che si è svolto ieri mattina.

Da una parte i pm, dall’altra i legali Spinelli. Lo hanno riascoltato insieme, e questa volta i magistrati hanno ammesso lo sbaglio. La trascrizione è stata modificata: «Leciti». Una tempesta in un bicchier d’acqua. Nonostante l’audio fosse pulito e comprensibile.

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