Ha dell’incredibile ciò che è accaduto dopo l’ultimo gran premio di Formula 1 disputato a Imola lo scorso weekend: il lunedì successivo alla gara, infatti, qualcuno ha trafugato il celebre Scudo raffigurante il simbolo del Cavallino Rampante della Ferrari che era stato esposto alla curva della Tosa da giovedì 16 maggio in un’area, peraltro, interdetta al pubblico. A diffondere in rete un accorato appello per ritrovare l’enorme vessillo, lungo 21 metri e largo 17, è il profilo social del Club Caprino di Bergamasco.
Lo scudo, che reca la firma di alcuni dei più importanti piloti di Formula 1 che hanno avuto l’onore di guidare una Rossa, ha girato per tutto il mondo, seguendo i tifosi della Ferrari anche a Grenoble per sostenere Michael Schumacher nei giorni successivi al terribile incidente avvenuto a Meribel.
“Con mestizia, dolore fisico e con la morte nel cuore, dobbiamo purtroppo comunicare che il famoso Scudo Ferrari del club di Caprino dì Bergamasco, al momento del ritiro lunedì dopo il Gran Premio non è più reperibile”, si legge sulla pagina Instagram del gruppo. “Dopo la grande disponibilità degli addetti all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, nelle persone del Direttore Dott. Pietro Benvenuti e Stefano Mongardi, dopo essere stato esposto sin da Giovedì 16 Maggio alla curva della Tosa a fianco di quello dedicato ad Ayrton Senna in zona interdetta al pubblico, lo stesso risultava presente fino lunedì alle ore 12 circa”. Da quel momento in poi si perdono le tracce del vessillo: “In serata in accordo con il Presidente di un club Locale per il ritiro, lo stesso mi annuncia della sparizione del nostro amato bandierone”, spiega infatti il club.
L’amarezza è tanta, non tanto per l’impossibilità di realizzarne uno sostitutivo (“lo rifaremo”, dichiarano dal gruppo), quanto per il grande valore storico e affettivo e per le firme dei piloti della rossa, Schumi compreso.“Lo abbiamo creato con l’approvazione del Presidente Montezemolo e ci è costato sacrifici economici, ma lo stesso ci ha gratificato con mille soddisfazioni ad ogni esposizione”, ricorda il club con affetto. “Presente a Grenoble per incitare Michael e da lui stesso autografato, presente per l’addio alla Presidenza di Luca Cordero di Montezemolo, presente sempre ad ogni evento di rilevanza e sempre in corsa sotto il podio a Monza, Montecarlo, Barcellona, Mugello ecc.”, precisa ancora la nota con un certo orgoglio.
Insomma, questo simbolo ha fatto il giro di mezzo mondo, ovunque la Ferrari ha corso negli ultimi anni, e su di esso sono state apposte le firme di importanti piloti della Rossa di Maranello, “da Kimi, Alonso, Felipe, Charles ecc. quindi il valore intrinseco dell’oggetto viene in secondo piano, il valore che più ci sta a cuore è l’importanza affettiva che alberga nel cuore degli oltre mille soci del club e dei tifosi”.
“Rassicuriamo tutti i fans che vi sarà sicuramente a breve una replica a costo di ulteriori sacrifici”, promettono i membri del gruppo, che sperano ancora di riavere indietro il vessillo.“La foto in allegato rappresenta la sua ’ultima sua apparizione! P.s. se qualcuno fornisse testimonianze atte al recupero, assicuriamo una lauta mancia”.
Quel che chi si è impossessato del vessillo evidentemente non si aspettava è che, pur installato in un’area interdetta al pubblico, le telecamere di sicurezza abbiano ripreso qualche “movimento sospetto”. “Avviso importante per il maldestro mariuolo o per i mariuoli che incautamente hanno trafugato lo scudo Ferrari del Club di Caprino Bergamasco esposto alla curva Tosa in occasione del Gran Premio di F1”, si legge in un altro comunicato.
“Tramite le telecamere del circuito e grazie alla pazienza certosina degli addetti alla sicurezza sono stati individuati i presunti autori del gesto”. Il consiglio è quindi quello di restituire il maltolto prima che sia troppo tardi:“Diamo loro 24 ore di tempo per farlo in forma anonima e per noi il caso sarà chiuso e senza strascichi”.