Sono ore di angoscia per i genitori di Kimberly Bonvissuto, la 20enne scomparsa da Busto Arsizio (Varese) una settimana fa. Gli inquirenti hanno confermato che si tratta di un allontanamento volontario: “All’esito delle indagini finora svolte e sulla base degli elementi verificati l’allontanamento di Kimberly è da ritenersi volontario e non causato da intimidazioni o minacce. Per quanto constatato, almeno sino a qualche giorno fa, la ragazza è in territorio italiano e in buone condizioni di salute. La famiglia è stata informata di questi attuali sviluppi” dichiara in una nota il procuratore di Busto Arsizio, Carlo Nocerino. Il pubblico ministero Susanna Molteni, che coordina le ricerche, ha aperto un fascicolo modello 45 (per fatti non costituenti reato) e dunque non vi sono né capi di imputazione né indagati. Si tratta di un passaggio tecnico necessario per acquisire la denuncia dei familiari e poter effettuare tutti gli accertamenti tecnici. Intanto ieri il papà della ragazza, Mariano Bonvissuto, ha rinnovato l’appello alla figlia di “farsi sentire“. “Non voglio – ha poi aggiunto riferendosi alla terribile vicenda di Giulia Cecchettin –che quello che è successo nei giorni scorsi accada anche a mia figlia. Ora capisco il dolore che sta provando la famiglia di Giulia Cecchettin. Sono un morto che cammina“.
Gli accertamenti sul telefono
Le indagini della polizia – riporta il quotidiano Il Giorno – si sarebbero spostate lontano dalla città. Invece a Busto è stata passata al setaccio la zona di via Cellini, nel rione dei Frati, dove vive la ragazza. Sono stati acquisiti anche i filmati delle telecamere di sorveglianza cittadina, ma della 20enne non c’è traccia. Decisivi potrebbero essere gli accertamenti tecnici sul cellullare e l’analisi dei tabulati telefonici. Attraverso il codice Imei (International Mobile station Equipment Identity), un numero che serve per identificare i dispositivi mobili, gli inquirenti stanno tentando di rintracciare Kimberly. Purtroppo per ora non ci sono novità.
L’appello dei genitori
Un’attesa straziante per i genitori della ragazza che vivono da sette giorni col fiato sospeso. “Torna, Kimberly, torna. Non abbiamo più vita. Qualsiasi cosa sia successa, a me non interessa: sono sempre presente e pronto a risanare se c’è qualcosa da risolvere. Io la sto aspettando, non si deve preoccupare. Deve capire che papà è sempre presente“, ripete il padre di fronte alle telecamere di tivù e telegiornali. Anche la mamma della 20enne, Tiziana Tuccio, è disperata: “Ancora nessuna notizia. – dice – Come ieri, come l’altro ieri. È una settimana che siamo in queste condizioni. Senza sapere, con la paura, la preoccupazione di non sapere dove sia Kimberly, come stia mia figlia“.
La scomparsa
Kimberly Bonvissuto, 20 anni, è uscita di casa alle 16.10 di lunedì 20 novembre. In una telefonata alla mamma aveva detto che sarebbe andata a cena fuori con la cugina promettendo di rientrare per le 22. In realtà, si trattava di una copertura perché pare che avesse un appuntamento con un ragazzo. Fatto sta che nessuno l’ha più vista. Quel giorno indossava una tuta grigia, un giubbino marca Colmar e un paio di scarpe da ginnastica nere. Ha portato con sé sono il cellulare e il caricabatterie. “Siamo atterriti. – si dispera mamma Tiziana – Kimberly non si era mai allontanata senza farci più avere sue notizie“.