L’usato sicuro. La minestra riscaldata. In sintesi: il Reddito di cittadinanza. Il M5s è in difficoltà, tra i sondaggi che inchiodano il partito di Giuseppe Conte al 15% e un manipolo di candidati sconosciuti. Sul territorio non esiste una struttura ed è difficile perfino organizzare un banchetto. Saltano gli eventi per paura di un flop. Ed ecco che l’ex avvocato del popolo italiano prova a uscire dalle secche riproponendo il vecchio totem. Nella speranza che, soprattutto al Sud, l’evocazione del Rdc corrisponda al pienone nelle urne delle prossime elezioni europee. Conte va a Napoli e inventa un altro slogan, da affiancare al tormentone della pace. Ora c’è il «Reddito di cittadinanza europeo».
«Noi avremo degli europarlamentari che si batteranno con una tenacia e una determinazione incredibili per introdurre a livello europeo un reddito di cittadinanza che venga imposto anche in Italia, visto che l’hanno voluto smantellare», ha detto Conte da Casoria. In una delle zone dove si registrano i numeri più alti di ex percettori del sussidio grillino. Proprio nel Mezzogiorno, i Cinque Stelle sperano di recuperare per evitare il tracollo alle europee dell’8 e 9 giugno. Secondo un sondaggio di Bidimedia del 21 maggio, al Sud il Movimento potrebbe essere ancora il primo partito, attestandosi al 27,7%. Anche nelle Isole i grillini puntano al primo posto, con la stessa rilevazione che li quota al 23,4%. Un M5s a due velocità. Dove il granaio meridionale è l’unico appiglio. A fronte di percentuali sempre più basse tra il Centro e il Settentrione. Nei due collegi del nord il M5s potrebbe non raggiungere il 10%. Perciò Conte ripete il concetto parlando con Il Mattino di Napoli: «I nostri europarlamentari si batteranno per una direttiva europea sul reddito di cittadinanza».
Ma non sarà semplice contare qualcosa a Bruxelles e Strasburgo. Il M5s è ancora alla ricerca di una famiglia politica europea. Dopo il No dei Verdi, Conte guarda all’estrema sinistra di The Left. Un gruppo dove trova spazio anche la Die Linke tedesca, che alle europee ha candidato Carola Rackete, l’ex comandante della nave Ong Sea Watch.
Ad accomunare Conte e la sinistra radicale ci sono le posizioni anti-Occidente sulla guerra in Ucraina. Dopo le parole del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg sulla possibilità che Kiev possa colpire la Russia con le armi occidentali, Conte ne ha subito approfittato. «Ci state portando dritti alla Terza Guerra Mondiale», ha scritto il leader del M5s sui social. E ancora: «Giorgia Meloni ci sta portando in guerra».
Poi ha sfidato la premier a un confronto sulle chiusure durante la pandemia. La verità è che l’ex premier alza i toni per scacciare un prevedibile flop. I parlamentari mugugnano e si lanciano in previsioni pessimistiche su un M5s che non arriva al 10% a livello nazionale. Nei suoi giri al Sud Conte si sta portando dietro Pasquale Tridico, capolista nel Mezzogiorno. L’ex presidente dell’Inps, che erogava il Rdc, non sta scaldando i cuori e sembra sparito dai riflettori. Così Conte tenta di tirargli la volata presentandolo come il demiurgo del sussidio grillino.
Intanto nel M5s non mancano le tensioni sotterranee. Conte è sotto accusa per non essersi candidato e per aver dato vita a una campagna elettorale sottotono, giocata prevalentemente nei teatri. Ma lui insiste. Il braccio destro Vito Crimi, negli scorsi giorni, è tornato a farsi sentire nella chat dei coordinatori regionali. Dopo l’ordine di dare priorità ai candidati del listino di Conte, è arrivato un altro diktat. «In ogni evento dovete proiettare i video del presidente a teatro», è il succo del messaggio. Infatti lo staff di Conte ha montato delle clip con gli spezzoni degli interventi del leader durante il tour l’Italia che Conta.
Dopo le europee non è escluso che parta una discussione interna al M5s. Conte mette le mani avanti: «Sono disponibile a lasciare il posto a una donna». La prima scelta potrebbe essere Chiara Appendino, ma Beppe Grillo sogna Virginia Raggi.