Un annuncio che sa di svolta copernicana nel corso della guerra in Ucraina. Crolla, infatti, uno degli ultimi tabù in ambito Nato dallo scoppio della guerra: il segretario generale Jens Stoltenberg ha invitato gli alleati a eliminare le restrizioni sull’uso delle armi da parte dell’Ucraina per colpire obiettivi militari all’interno della Russia. “Penso che sia giunto il momento per gli alleati di considerare se dovrebbero eliminare alcune delle restrizioni imposte sull’uso delle armi che hanno donato all’Ucraina – ha dichiarato Stoltenberg in un’intervista all’Economist – perché, soprattutto ora che molti combattimenti sono in corso a Kharkiv, vicino al confine“. Nella visione, dunque, del Segretario dell’Alleanza, negare all’Ucraina la possibilità di usare queste armi contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo rende molto difficile per Kiev difendersi”.
Il passaggio è gigante, ribaltando completamente la veste che la guerra ha avuto fino ad oggi. Se, infatti, l’Alleanza Atlantica è stata finora parca nelle sue indicazioni a Kiev, nel corso degli ultimi due anni il foraggiamento all’Ucraina ha subito un impennata. Tuttavia, i timori di un attacco diretto alla Federazione russa a mezzo armi Nato è stato il principale timore degli alleati. Alla luce di ciò infatti si spiega il lungo traccheggiamento sui famigerati Atacams poi scioltosi in totale apertura: a fine aprile scorso, infatti, il Consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, aveva rivelato che il presidente Joe Biden ha inviato segretamente i missili a lungo raggio in Ucraina nel marzo scorso. Per ora, tuttavia, si tratta di un’esortazione politica di Stoltenberg, che dovrà essere tradotta in ulteriori processi decisionali. Ma il cambio di prospettiva è ormai già realtà: dalla mera difesa, ora Kiev potrebbe essere autorizzata all’offesa, e per giunta in casa dello zar.
La prima volta che il presidente Biden aveva menzionato la possibilità di inviare missili Atacams in Ucraina era stata nel luglio 2023, durante il vertice della Nato a Vilnius. In quell’occasione però, Washington scelse di dare priorità all’invio di artiglieria, che in quel preciso momento era fondamentale sul campo di battaglia. Come abbiamo raccontato anche da queste colonne, il dibattito è andato avanti per mesi all’interno dell’amministrazione Biden: il timore era quello di galvanizzare le forze di Kiev e che l’Ucraina li avrebbe usati per attaccare obiettivi all’interno della Russia. Nell’aprile scorso, a Sullivan era stato chiesto se esistesse ancora il timore che l’Ucraina attaccasse la Russia con gli Atacams: l’esecutivo americano, tuttavia, confermò di aver ricevuto specifiche garanzie dagli ucraini che queste armi sarebbero state utilizzate esclusivamente nel loro territorio, ricordando che l’esecutivo ucraino aveva preso questo impegno già in passato, come accadde con gli Himars, dalla gittata di circa circa 80 chilometri.
Le dichiarazioni di Stoltenberg sono certamente legate anche alle provocazioni russe degli ultimi giorni in fatto di confini. Nel frattempo, dal lato europeo dell’Alleanza, il Consiglio Esteri europeo lunedì darà via libera dal nuovo regime di sanzioni sulla repressione dei diritti interni – quello che in un primo momento doveva essere dedicato alla memoria di Navalny – e includerà già alcune personalità. I ministri proseguiranno anche il lavoro sul 14° pacchetto di sanzioni, che dovrebbe chiudere ancora le scappatoie con cui Mosca elude le misure precedenti, ma che ha bisogno di altre settimane per vedere la luce. Di certo si parlerà delle minacce ibride che Mosca continua a infliggere all’Europa. Dopo il tentativo di rivedere i confini marittimi sul Mar Baltico, è stata la volta della rimozione delle boe sul fiume Narva al confine con l’Estonia.
Un’azione e una “provocazione inaccettabile” per l’Alto rappresentante Ue per la politica estera e che esige spiegazioni da Mosca. Il Segretario della Nato ha sentito la premier estone e le ha confermato la solidarietà dell’Alleanza.