“Ho rispettato le regole e agito come un liberale che valorizza il privato”

"Ho rispettato le regole e agito come un liberale che valorizza il privato"

Pubblichiamo gran parte della memoria difensiva del governatore della Liguria Giovanni Toti, interrogato ieri dagli inquirenti della procura di Genova in merito alle accuse di corruzione elettorale, falso e voto di scambio che lo hanno portato agli arresti domiciliari.

Signori Pubblici Ministeri ad integrazione dell’interrogatorio che rendo in data odierna, deposito questo mio scritto con il quale è mia intenzione spiegare le linee politiche e morali che, da quanto ho assunto l’onore di guidare Regione Liguria, hanno sempre informato l’attività perseguita dalla Giunta regionale nella unica prospettiva di servire il bene e l’interesse comune dei cittadini liguri e delle loro istituzioni.

Non è mia intenzione sottrarmi al Vostro esame, ma oggi, così come in futuro, vi è da parte mia la ferma volontà di collaborare, con trasparenza ed onestà, alla ricostruzione della Verità nel supremo interesse della Giustizia, per restituire alla mia figura di uomo e di servitore dello Stato la Dignità che ho costantemente cercato di preservare.

Nel mio percorso politico ho sempre perseguito l’interesse pubblico il quale è il fine unico ed ultimo della mia azione politica; tale fine è seguito, come costantemente rivendicato dal programma politico della maggioranza che mi sostiene, non già mediante la contrapposizione con le rivendicazioni dei privati, quanto piuttosto attraverso la veicolazione di queste verso l’interesse della collettività e del territorio, modalità con la quale si realizza la migliore essenza dell’interesse pubblico.

Il pensiero Liberale, che rappresenta il faro della nostra azione politica, vede, infatti, nell’attività privata non già un fattore egoistico da contrastare ma una risorsa che, lasciata crescere nel rispetto delle regole, rappresenta un valore aggiunto per la collettività quale primario elemento di sviluppo sociale ed economico.

Nell’ordinanza di custodia cautelare, così come nell’intero impianto accusatorio si analizza solo una limitatissima parte dei rapporti tra amministrazione, Presidente, e mondo del lavoro e delle imprese. E di tale limitatissima parte si fa paradigma per tutto il resto. Al contrario, l’atteggiamento e l’animus dei rapporti e dei contesti analizzati dovrebbe invece essere esaminato ed interpretato alla luce della generalità e molteplicità dei rapporti di un lunghissimo periodo.

È da una visione di ampio respiro, che abbracci tutto l’arco della mia presidenza, che si può apprezzare la nostra visione politica e comprendere appieno come tutte le mie azioni (anche quelle contestate) siano state ispirate, certamente dalla giusta attenzione verso le imprese operanti sul territorio, ma nell’unica prospettiva della tutela dell’interesse collettivo e del suo progresso. La politica di apertura verso il mondo della Impresa, la necessità di rendere più celeri e semplici gli investimenti, sia pubblici che privati, considerati interesse pubblico del territorio, l’importanza di modernizzare il Porto di Genova, anche in collaborazione e concorso con i grandi operatori della logistica (che in un mercato competitivo debbono essere invogliati ad utilizzare lo scalo ligure) l’attenzione con cui l’amministrazione monitora e ove necessario sollecita il disbrigo delle pratiche (ovviamente nel pieno e trasparente rispetto della legge e delle procedure), l’esigenza di aprire alla concorrenza il mercato, anche della grande distribuzione, insomma accelerare la crescita economica del territorio e il suo benessere anche attraverso specifiche politiche di attenzione ben volute e spesso reclamate dai cittadini e dal mondo delle imprese, sono questi tutti elementi del programma politico di amministrazione ritenuti di interesse pubblico e rivendicati in ogni sede, compresa quella legislativa e di controllo del Consiglio Regionale.

In tal senso, prendendo a riferimento il periodo stesso delle indagini, o un qualsiasi ambito temporale della amministrazione, sarebbe stato facile dimostrare che tutte le imprese, le associazioni di impresa e ogni altro soggetto portatore di istanze economiche sia stato trattato con la medesima attenzione, nel postulato assoluto per cui ogni iniziativa imprenditoriale, purché non in contrasto con le leggi o con regole di mercato codificate, si possa considerare di interesse pubblico, portando sul territorio ricchezza e lavoro, in forma diretta ed indiretta.

L’attenzione verso il mondo privato e dell’impresa è stata messa in campo con ogni genere di attività’ economica e quale che fosse la sua origine, senza alcuna discriminazione: aziende e persone fisiche sostenitrici della mia propria parte politica sono state ascoltate esattamente come soggetti notoriamente con orientamenti politici diversi o politicamente non esposti. Lo stesso dicasi per aziende e persone fisiche che nel tempo hanno contribuito ai comitati elettorali di Toti come aziende e persone fisiche che mai lo hanno fatto. Una rapida analisi della mia agenda quotidiana basterà a darne conferma. La medesima attenzione era riposta senza distinguere per dimensioni e tipologie di impresa, cercando, ove possibile, come si evince anche dalle indagini, di comporre per quanto possibile anche le divergenze da imprese dello stesso settore evitando conflitti e contenziosi, specie di tipo legale, che normalmente rallentano ogni investimento.

Non ho mai travalicato le specifiche competenze degli enti e degli uffici preposti, mai ho ingerito nelle libere scelte e decisioni dei soggetti coinvolti mai ho fatto pressioni verso alcun soggetto, mai ho servito un interesse particolare in danno di quello collettivo.

Mai tale attenzione si è estrinsecata nel superare o modificare il parere dei propri uffici o le istruttorie degli organismi terzi, vedi gli uffici di autorità portuale. Il mio intervento in sede politico/funzionale si è sempre limitato strettamente al percorso autorizzativo tracciato dagli uffici preposti in ogni campo, circoscrivendosi a chiedere una attenzione coerente con le esigenze di rapidità del mercato, o di realizzazione delle opere sollecitate dagli altri organi amministrativi e di Governo (Porto, strutture Commissariali del sindaco Bucci) ovvero a sollecitare, all’interno dei percorsi amministrativi e legislativi, la solerzia e l’attenzione dei Comuni Liguri nel realizzare i piani strategici regionali.

In tutti questi casi, ogni mio intervento è stato esclusivamente teso a realizzare un primario interesse pubblico tanto da essere contenuto in provvedimenti di Legge o nei piani strategici della Regione, nonché rivendicato come realizzazione del programma elettorale premiato dai cittadini nelle urne

Come visto, la mia azione si è sempre limitata, quando la stessa fosse possibile e comunque nel rispetto della legge, a sollecitare analisi e risposte dai soggetti coinvolti nell’ambito e all’interno dei confini già tracciati dai percorsi amministrativi e autorizzativi in essere, vagliati e istruiti dai competenti uffici.

Queste sollecitazioni sono vitali per avere un’amministrazione efficiente che possa dare risposte in tempi ragionevolmente brevi ad istanze legittime.

Avere un’amministrazione efficiente è un requisito fondamentale per essere competitivi rispetto alle altre regioni ed attrattivi per le imprese che già investono o che intendono investire e portare di conseguenza ricchezza e sviluppo al territorio.

TRASPARENZA E INDIPENDENZA DELLA MIA AZIONE

La mia azione politica è sempre stata tesa alla tutela della dignità e del lustro della Regione e delle sue istituzioni. Ciò passa attraverso una gestione trasparente della cosa pubblica e della politica. Così come ogni intervento a favore delle iniziative economiche è stato pubblico, spesso attraverso specifiche comunicazioni (si vedano le innumerevoli esternazioni sugli equilibri portuali da raggiungere per interesse pubblico), anche ogni dazione di denaro è avventa nella massima trasparenza.

Ciò è riconosciuto dagli stessi atti di accusa ove si fa riferimento a bonifici effettuali ai Comitati politici, gestiti nei principi legali della massima trasparenza, con obiettivi e organismi statutari e bilanci pubblicati a norma di legge.

Ogni dazione di denaro è stata accreditata con metodi tracciabili e rendicontata. Del pari tutte le spese sostenute (sia a sostegno della mia attività politica come leader della Lista Toti presente in Consiglio Regionale e in molte amministrazioni municipali, sia per sostenere Sindaci, Liste e candidati collegati e coerenti alla linea politica della Lista Toti, sia per quanto riguarda le iniziative della Coalizione di Governo) sono stati rendicontati e pubblicizzati in termini di legge e anche oltre. I bilanci e i rendiconti sono stati (e sono ancora) pubblicati sui siti internet delle organizzazioni politiche a mio sostegno.

Ogni euro incassato ha avuto una destinazione politica: nessun contributo ha prodotto arricchimento o utilità personale a me, agli altri appartenenti al mio partito o a terzi privati. E proprio per fugare ogni minimo possibile sospetto e garantire massima trasparenza e possibilità di controllo, particolare attenzione è stata posta nel separare ogni aspetto economico della mia vita privata da qualsiasi attività economica legata alla politica, tanto da separare anche i conti correnti personali ed utilizzare per l’attività politica esclusivamente conti dedicati e trasparenti, con strumenti di accredito e spesa tracciati, tracciabili e sempre rigorosamente documentabili.

Negli atti di indagine si è parlato diffusamente delle cene organizzate per sostenere l’azione politica del mio partito. Questi incontri dimostrano esattamente quanto appena riferito: basti ricordare che alla citata cena tenutasi a Villa Zerbino nel marzo ultimo scorso, quando il contributo di partecipazione era sotto i 500 euro (soglia richiesta dalla legge per la pubblicazione del donatore), si è provveduto a garantire libero accesso agli organi di stampa all’evento, proprio per consentire all’opinione pubblica e ad ogni soggetto interessato la massima possibilità di trasparenza e pubblicità. Tale prassi si è ripetuta in ogni evento legato al finanziamento della attività politica.

Gli articoli tratti da giornali e siti internet presenti in atti ne sono una chiara dimostrazione.

Chi compie un delitto o ritiene che la sua azione possa configurarsi come tale non si prodiga esso stesso per darne visibilità ed anche prova documentale.

La conciliazione tra il perseguimento dell’interesse collettivo e la trasparenza della mia azione politica si è manifestata negli anni, per limitarci ai soli temi portuali, nell’interlocuzione costante con le diverse realtà ivi presenti per comprenderne le esigenze ma garantendo al contempo un’azione amministrativa imparziale ed efficiente.

Benché non agli atti della misura, per quanto concomitanti, sono gli incontri tra me, gli armatori Grimaldi e il Direttore Generale di Asso-armatori. Questi incontri avevano come fine quello di permettere l’ingresso del più importante armatore di bandiera italiana (Grimaldi, appunto) nel porto di Genova dopo che esso aveva pubblicamente lamentato, in vista dello spostamento dei depositi chimici al Ponte San Giorgio, una propria penalizzazione circa la possibilità di lavorare nello scalo. Poiché ritenni di interesse pubblico non perdere il traffico generato da Grimaldi nonostante l’intenzione del Comune di spostare i depositi chimici, mi attivai in una serie di incontri volti a incrociare le esigenze e i piani di sviluppo di vari soggetti del porto dal momento che la regione riteneva di pubblico interesse anche per il lavoro che i traffici di Grimaldi portavano alla Compagnia Unica.

(…) Quanto al confronto sul futuro Piano Regolatore portuale, rilevato che le competenze regionali non ineriscono alla fase programmatoria bensì alla successiva fase autorizzativa, ritengo opportuno specificare che l’attività di confronto è stata costantemente portata avanti con tutti i soggetti della Comunità Portuale, senza favoritismi e parzialità alcuna. Come potrebbe risultare dalla sola lettura degli atti, il dialogo non è mai stato prerogativa specifica né tanto meno esclusiva del Gruppo Spinelli.

Per corroborare l’assenza di qualsiasi collegamento tra dazioni di denaro e la mia attenzione politica a temi di pubblico interesse sarebbe sufficiente incrociare la mia agenda con la rendicontazione dei versamenti denunciati.

In questo modo apparirà evidente che l’attenzione e l’impegno da me profuso nelle politiche di ascolto e di lecita agevolazione degli investimenti privati è stato totalmente scollegato da ogni contributo ricevuto.

Mi preme ribadire ancora una volta che l’attività di sostegno e ascolto alle iniziative private non aveva quale presupposto né fine quello della vicinanza politica o personale o, ancora, della presenza di una contribuzione (ancorché in tutto e per tutto legittima); l’unica ragione del mio agire è stata quella di aiutare l’iniziativa privata per far crescere la Liguria.

Allo stesso modo, non mi sono mai sentito debitore nei confronti di chi aveva contribuito alla mia iniziativa politica: il fatto di essere contributore o comunque politicamente vicino non ha mai rappresentato un titolo per ricevere da parte mia favori o trattamenti preferenziali; del pari non vi è mai stato alcun mio atteggiamento che potesse in qualche modo dare adito a tale pensiero.

Vi era semplicemente una visione ampia e diffusa da parte dei privati circa l’utilità, civica ed economica, di sostenere un’amministrazione che vedeva nell’investimento privato, all’interno delle regole, un mezzo per perseguire un interesse pubblico, oltreché privato. Visione corrisposta dal massimo impegno amministrativo nel sostenere e se possibile agevolare le attività di investimento e di impresa a prescindere dal colore politico delle imprese stesse.

TEMI PORTUALI

Nessuno degli atti viene predisposto con la mia fattiva partecipazione né con quella dei miei uffici. Tutte le proposte arrivarono da soggetti terzi e furono elaborate e valutare dagli uffici secondo i termini di legge (…)

LA CORRUZIONE IMPROPRIA

Come emerge chiaramente dagli atti, nel rapportarmi con Aldo Spinelli, mi interessai alle questioni da lui sollevate in modo spesso disconnesso dal contesto e totalmente estraneo allo spirito della conversazione, attraverso un intervento sempre dettato dallo spirito di pubblica utilità e spesso addirittura in contrasto con gli interessi di Spinelli stesso ma a favore di fatto – di altri operatori (…)

CONTESTUALITA’ DEL PAGAMENTO

Il tema dell’asserita contestualità tra il pagamento e il mio intervento, viene erroneamente elevato a paradigma dalla prospettiva accusatoria e interpretato del tutto fuori contesto. Tale contesto infatti è da considerarsi in un arco temporale lungo, dal 2015 in poi, nel quale si può facilmente ricavare l’assenza di qualsivoglia prassi di contestualità tra richieste di «attenzione» da parte di un donatore e sollecitazione di sostegno materiale per l’attività politica (…).

VOTO DI SCAMBIO

Per quanto riguarda il voto di scambio è da evidenziare che vinsi le elezioni con circa 380 mila voti.

Il sostegno della comunità Riesina si sostanzia, nelle indagini, con una certa approssimazione, di 400 voti, giusto per proporzione e per capire che l’apporto non è tale da turbare l’equilibrio democratico del voto, per altro particolarmente irrilevanti nel caso del candidato, Ilaria Cavo, a cui viene attribuito il mio appoggio. (…)

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