Primo interrogatorio per Giovanni Toti dopo l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per il governatore della Regione Liguria, coinvolto nell’indagine sulla corruzione a Genova. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, il presidente aveva deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere, volendo prima leggere le carte e capire quali fossero i punti sui quali erano state mosse le accuse a suo carico.
Questa mattina si è presentato nella caserma della Guardia di finanza di Genova, dove è stato ascoltato dai sostituti procuratori Federico Manotti e Luca Monteverde e dall’aggiunto Vittorio Ranieri Miniati. L’interrogatorio si svolge nella sede del Roan, il reparto operativo aeronavale. Il governatore, prelevato stamattina dalla sua abitazione di Ameglia, è entrato dal varco di via dei Pescatori a bordo di un’auto nera. L’incontro è iniziato attorno alle 11.
Al momento, non sono sul tavolo le dimissioni: il governatore potrebbe ottenere la revoca della custodia cautelare se rimettesse il suo mandato, perché mancherebbero i presupposti che l’hanno fatta scattare. Avrebbe anche più facilità nella sua difesa se non ricoprisse più un ruolo istituzionale. Tuttavia, Toti vuole prima parlare con i suoi alleati per capire cosa sia meglio per la Regione. La linea difensiva del governatore è stata anticipata dall’avvocato al Corriere della sera, al quale Stefano Savi ha spiegato che “Toti non promette qualcosa a Spinelli fa un’attività di mediazione“.
Come già precedentemente annunciato, il governatore ha risposto a tutte le domande degli inquirenti sulle accuse che gli vengono mosse in quello che ha la forma di un interrogatorio fiume. L’interrogatorio è durato 8 ore e sono oltre 100, quasi 200, le domande che i pm hanno posto al governatore, principalmente seguendo il filone del voto di scambio e il filone dei finanziamenti ricevuti alla fondazione, come quelli evidenziati dalle indagini sui presunti versamenti da parte dell’imprenditore Pietro Colucci, gestore di alcune discariche nel savonese. “Risponde a tutte le 180 domande che gli stanno ponendo“, ha dichiarato il suo avvocato. Nel corso dell’interrogatorio, il governatore ha respinto ogni accusa.
Il governatore ha anche depositato una memoria di 17 pagine a corredo dell’interrogatorio investigativo tenuto davanti ai pm Federico Manotti e Luca Monteverde, insieme all’aggiunto Vittorio Ranieri Miniati. Un documento per spiegare “le linee politiche e morali che, da quanto ho assunto l’onore di guidare Regione Liguria, hanno sempre informato l’attività perseguita dalla Giunta regionale nella unica prospettiva di servire il bene e l’interesse comune dei cittadini liguri e delle loro istituzioni“.
In un altro passaggio si legge che “nel mio percorso politico ho sempre perseguito l’interesse pubblico il quale è il fine unico ed ultimo della mia azione politica“.