Gli occhi degli Stati Uniti sono puntati verso il cielo. O meglio: verso lo spazio. Washington ritiene infatti plausibile che, la scorsa settimana, la Russia possa aver lanciato in orbita un’arma contro-spaziale che condivide l’orbita con un satellite statunitense. “La Russia ha lanciato un satellite nell’orbita terrestre bassa che, a nostro avviso, è probabilmente un’arma contro-spaziale presumibilmente in grado di attaccare altri satelliti nell’orbita terrestre bassa“, ha dichiarato il portavoce del dipartimento della Difesa Usa, Patrick Ryder. Il Pentagono sta dunque monitorando attentamente la situazione in attesa di capire cosa potrebbe accadere.
L’arma russa e il satellite Usa
Non sono fin qui filtrate informazioni dettagliate sul tipo di arma che la Russia avrebbe spedito in orbita. Ryder ha semplicemente dichiarato che “la Russia ha schierato questa nuova arma contro-spaziale nella stessa orbita di un satellite governativo statunitense“, e che le prime valutazioni avrebbero individuato caratteristiche simili a quelle delle armi contro-spaziali russe messe in orbita nel periodo 2019-2022.
“Abbiamo la responsabilità di essere pronti a proteggere e difendere il dominio spaziale e garantire un supporto continuo e ininterrotto alla forza congiunta e combinata. Continueremo a bilanciare la necessità di proteggere i nostri interessi nello spazio con il desiderio di preservare un ambiente spaziale stabile e sostenibile“, ha spiegato lo stesso portavoce del Dipartimento della Difesa Usa.
Nel corso di un briefing, alla domanda se la citata arma spaziale russa rappresentasse una minaccia per il satellite americano, Ryder ha risposto in maniera emblematica: “Beh, è un’arma contro-spaziale nella stessa orbita di un satellite governativo americano“. Sebbene esistano requisiti per effettuare notifiche aeree e marittime preventive per i lanci spaziali, Ryder non ha specificato se gli Stati Uniti sapessero in anticipo del fatto che il lancio russo contenesse un particolare tipo di arma contro-spaziale.
Tensione nello spazio
Nelle ultime settimane Mosca e Washington si sono scontrati ripetutamente alle Nazioni Unite sulla questione delle armi spaziali. I due Paesi, in sostanza, si accusano a vicenda di voler militarizzare lo spazio. Nei giorni scorsi il portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, aveva affermato che gli Stati Uniti stavano cercando di trasformare lo spazio in una “arena per il confronto militare“.
Tornando al caso specifico, un portavoce del Comando spaziale americano ha rivelato a Reuters che il satellite russo è “probabilmente un’arma anti-spaziale presumibilmente in grado di attaccare altri satelliti in orbita terrestre bassa“.
La stessa fonte, anonima, ha detto che il satellite in questione – Cosmos 2576 – è stato lanciato il 16 maggio dal cosmodromo russo di Plesetsk, situato a circa 800 chilometri a nord di Mosca. Dal canto suo, l’agenzia spaziale statale russa Roskosmos ha fatto sapere che il lancio del 17 maggio (le date sono diverse a causa del fuso orario) era “nell’interesse del ministero della Difesa della Federazione Russa“. Gli analisti spaziali ritengono dunque che Cosmos 2576 si troverebbe sulla stessa orbita del satellite americano USA 314.
Un report pubblicato lo scorso anno dal Center for Strategic and International Studies ha lasciato intendere che la Russia starebbe sviluppando una gamma di armi anti-satellite (ASAT), incluso un missile che già testato con successo contro un defunto satellite dell’era sovietica nel novembre 2021.
Il braccio di ferro tra Washington e Mosca si sposta insomma nello spazio.