Fallito l’assalto alla diga di Genova, nessuna sponda nella maggioranza al tentativo del centrosinistra di bloccare il via libera al finanziamento del secondo lotto della mega-opera che rivoluzionerà il porto di Genova. Dopo una discussione fiume in consiglio regionale, Pd, Cinque Stelle e Azione hanno votato contro il via libera al decreto che prevede la possibilità per la Regione di accendere un mutuo di 57 milioni per il completamento della seconda fase della diga foranea, che permetterà di accogliere grandi navi container e da crociera (indotto stimato in miliardi). Contrari, ma in minoranza, 12 contro i 17 consiglieri di centrodestra, tutti favorevoli. Il cantiere è già operativo, dopodomani ci sarà la posa del primo cassone, uno dei giganteschi mattoni che formeranno la diga lunga 6 chilometri, poggiata sul fondo marino a 50 metri di profondità. Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha annunciato la sua presenza a Genova venerdì. Sull’onda dell’inchiesta giudiziaria e delle intercettazioni l’opposizione ha provato a far saltare tutto, anche se il progetto nasce nel 2018 e non ha nulla a che fare con le vicende contestate dalla Procura (le concessioni del terminal all’azienda di Spinelli). Il Pd ha chiesto di rinviare tutto. Affondare la diga per accelerare le dimissioni di Toti, obiettivo politico dichiarato platealmente dall’opposizione, «pensate di andare avanti con Toti ai domiciliari?». Quella è la «diga Spinelli», ha detto in aula il consigliere d’opposizione Sansa, quindi non deve passare. «Quando mi dicono che bisognerebbe bloccare la diga perché la voleva anche Aldo Spinelli rispondo che ci sono altri 40 operatori che la volevano e cosa facciamo, blocchiamo la diga? – dice il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi, Lega – I porti italiani e le infrastrutture non sono simbolo di malaffare, sono una ricchezza». Il voto di ieri non era una formalità ma un passaggio indispensabile per arrivare alla gara per il secondo lotto. E quindi per evitare il blocco del cantiere, con conseguenti ritardi di un’opera che fa parte del Pnrr. «La diga non è di destra, né di sinistra, tantomeno di qualche operatore in particolare ma è di tutti i liguri e degli italiani – commenta il presidente ad interim di Regione Liguria Alessandro Piana -. Si tratta di un’infrastruttura strategica per l’intero continente europeo. Era fondamentale procedere sul cofinanziamento per 57 milioni di euro al fine di garantire la continuità costruttiva dell’opera».
Oggi alla Camera Salvini verrà «interrogato» al question time dal Gruppo Pd sulle ispezioni annunciate dal ministero negli uffìci dell’Autorità portuale di Genova per una verifica sugli atti firmati dall’ex numero uno Signorini (in carcere a Marassi).