Di cosa si è parlato al Consiglio Supremo di Difesa

Di cosa si è parlato al Consiglio Supremo di Difesa

Il deteriorarsi del quadro di sicurezza generale. La necessità di cooperare insieme ai Paesi membri dell’Unione europea e della Nato per stabilizzare l’area del Mediterraneo e per la difesa della pacifica convivenza internazionale. Il sostegno all’Ucraina, la condanna di Hamas e l’importanza di adottare un approccio globale nei confronti dell’Africa grazie al piano Mattei. Sono questi alcuni dei temi affrontati nel corso della riunione del Consiglio Supremo di Difesa andato in scena al Palazzo del Quirinale. Presieduto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’incontro erano presenti, tra gli altri, il premier Giorgia Meloni assieme al sottosegretario e autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, Alfredo Mantovano, ai ministri Antonio Tajani (Esteri), Matteo Piantedosi (Interno), Guido Crosetto (Difesa), Giancarlo Giorgetti (Economia), Adolfo Urso (Imprese) e all’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Capo di Stato Maggiore della Difesa.

I temi affrontati dal Consiglio supremo di Difesa

Ricchissima l’agenda della serata. L’ordine del giorno prevedeva l’esame dello stato e dell’evoluzione dei conflitti in corso; della congiuntura internazionale e nelle principali aree di crisi, nonché la valutazione delle possibili ripercussioni sulla sicurezza interna ed esterna e sugli interessi globali dell’Italia, oltre che il tema della governance e architettura di sicurezza delle infrastrutture critiche nazionali.

Per quanto riguarda il ruolo dell’Italia, il Consiglio ha convenuto che il Paese debba continuare ad adoperarsi “in concerto con gli alleati dell’Unione europea e della Nato, per la stabilizzazione dell’area mediterranea e per la difesa dei principi della pacifica convivenza internazionale“. Scendendo nei dettagli, è stato ribadito il pieno sostegno di Roma all’Ucraina, “Paese aggredito nella sua difesa contro l’invasore“. “Da oltre due anni il popolo ucraino si pone come argine a una deriva che minaccia la sicurezza e la stabilità in Europa. Rimane necessario ricercare le prospettive che aprano la via a una pace giusta e duratura in conformità al diritto internazionale“, ha reso noto il Quirinale in un comunicato.

Medio Oriente e Striscia di Gaza

Il Consiglio ha quindi condannato nuovamente l’aggressione del movimento terroristico Hamas a Israele, che ha innescato pericolose spirali di violenza, rischiando di compromettere ogni tentativo di dialogo tra i Paesi della regione. “Lo scenario che si è delineato, con la reazione militare di Israele e il conseguente impatto sulla popolazione civile, rende sempre più grave la situazione umanitaria nei territori della Striscia di Gaza, con spostamenti forzati di ingenti masse di popolazione in condizioni molto critiche“, è stato reso noto durante l’incontro, dove è inoltre stato ribadito che l’Italia è impegnata a contribuire nel fornire aiuto alla popolazione coinvolta, con gli attori istituzionali e della società civile, e che invoca l’applicazione del diritto umanitario.

In relazione al conflitto in atto nel Medio Oriente, il Consiglio ha reputato poi indispensabile l’immediato rilascio di tutti gli ostaggi ancora detenuti da Hamas, la cessazione delle ostilità da ambo le parti e la ricerca di percorsi di dialogo e di convivenza lungo l’unica strada ragionevole: la soluzione dei due popoli, due Stati. Particolare attenzione è stata rivolta alla situazione lungo la Linea Blu che separa il Libano da Israele, presidiata dai militari della missione Unifil delle Nazioni Unite. L’instabilità della regione ha ripercussioni dirette anche sui nostri interessi nazionali.

L’aumento della violenza

Lo stesso Consiglio ha constatato che nel corso degli ultimi mesi lo scenario generale di sicurezza si è ulteriormente deteriorato. Le principali preoccupazioni rimangono “l’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina, che sta provocando un crescente numero di morti e infliggendo devastanti danni alle infrastrutture del Paese“, e “la conflittualità in Medio Oriente“. Attenzione è stata richiamata anche dalle latenti tensioni nei Balcani, dall’instabilità politica e dalla crisi economica nel Sahel e in tanti Paesi dell’Africa.

A proposito del continente africano, il Consiglio ha reputato necessario affrontare le cause della instabilità nella regione, tenendo conto delle legittime esigenze locali e garantendo un approccio globale, “come prevede il Piano Mattei“.

Dulcis in fundo, il Consiglio ha espresso “una preoccupazione forte per l’allarmante ritorno della violenza politica in Europa, testimoniato da diversi gravissimi recenti episodi, come avvenuto in Slovacchia con l’attentato al premier“.

Leave a comment

Your email address will not be published.