Il giallo del movente e i messaggi con il vigile. In carcere l’ex comandante che ha ucciso Sofia Stefani

Il giallo del movente e i messaggi. In carcere l'ex comandante che ha ucciso Sofia Stefani

Chiedono che “sia fatta chiarezza” i genitori di Sofia Stefani, la ex vigilessa di 33 anni uccisa dal collega Giampiero Gualandi giovedì pomeriggio negli uffici della sede provinciale del comando della polizia locale di Anzola dell’Emilia, nel Bolognese. Intanto il gip del Tribunale di Bologna, Domenico Truppa, ha disposto il carcere per il 62enne accogliendo le richieste della procura. Il fermo non è stato convalidato perché il giudice per le indagini preliminari non ha ritenuto sussistente il pericolo di fuga, ma è stata comunque valutata l’esigenza cautelare. “Faremo ricorso di riesame al tribunale della Libertà” annuncia l’avvocato Claudio Benenati, difensore dell’indagato.

Il giallo del movente

La tragedia si è consumata in soli tre minuti. Sofia è stata colpita alla fronte da un proiettile solo esploso dalla pistola d’ordinanza custodita da Gualandi. Il 62enne ha spiegato che l’arma, una rivoltella semiautomatica calibro 9 corto, era sulla scrivania e dunque il colpo sarebbe partito “accidentalmente” durante le operazioni di pulitura della stessa. Al netto della dinamica, nell’ipotesi dell’omicidio volontario, resta da accertare l’eventuale movente. Gli investigatori non escludono la pista passionale.

Il difensore dell’ex comandante: “Lei non accettava la fine della relazione”

Tra Gualandi e l’ex vigilessa c’era una relazione sentimentale. A confermarlo è il legale del 63enne: “Lui lo ha ammesso – spiega l’avvocato Claudio Benenati riferendosi all’assistito – È contestato nel capo di imputazione che la povera Sofia, a cui dobbiamo tutti portare rispetto, non accettava la fine della relazione ed era molto arrabbiata rispetto a questa cosa“. Quanto all’ipotesi dell’omicidio volontario, il difensore ribadisce che “è fuori discussione”. Poi conclude: “Lui non sapeva che lei stesse arrivando, è arrivata all’improvviso. Il mio assistito è distrutto, è stata una tragedia“.

I genitori di Sofia “sono devastati”

Intanto, ieri, ad Anzola i negozi sono rimasti chiusi e le bandiere del Comune esposte a mezz’asta in segno di lutto. Anche la piccola comunità di Zola, dove Sofia viveva assieme ai familiari, è sotto choc. I genitori della 33enne, devastati dal dolore, hanno preferito non rilasciare dichiarazioni alle decine di cronisti che li hanno raggiunti. A parlare per loro è il sindaco Davide Dall’olmo: “Sono disperati, disorientati, hanno mille interrogativi, – dice il primo cittadino di Zola a Repubblicasono privi di molte risposte, non comprendono il quadro, chiedono sia fatta chiarezza“.

Il cordoglio

Tanti sono in queste ore i messaggi di cordoglio che affollano i profili social di amici e conoscenti della ex vigilessa. Qualcuno si stringe al dolore di papà Bruno e mamma Angela: “Vi penso attraverso i ricordi con profondo cordoglio in questo straziante momento, vi voglio bene“. E ancora: “Un abbraccio forte ad Angela e Bruno. Sofia la ricordo bene come coetanea dei nostri figli, interessata ai destini della nostra polis, come i suoi genitori“.

La polisportiva di patinaggio Orizon ha voluto ricordare Sofia con una foto: “Vogliamo ricordarti così, felice, solare, libera come ti abbiamo conosciuto“, recita il messaggio a corredo dell’immagine.

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