Vincere così alla prima partecipazione al Giro d’Italia, andandosene a 100 chilometri dall’arrivo, scattando sulla salita più dura e trionfare a braccia alzate da solo era forse il sogno proibito di Julian Alaphilippe. Il due volte campione del mondo francese trova l’azione giusta, aiutato dall’azzurro Mirco Maestri e resiste ai tentativi di rimonta dei rivali, aspettando l’ultimo strappo per andarsene e trionfare sul traguardo di Fano. Una tappa molto nervosa, temuta dalle squadre dei leader della generale, che non causa grossi sconvolgimenti, lasciando Tadej Pogacar in testa e le posizioni della top 10 più o meno cristallizzate. Gli spettatori comunque non saranno delusi: sulle strade delle Marche si è davvero visto un grande spettacolo.
Tanti attacchi da subito
Considerato il percorso molto nervoso, le tante montagne ed il fatto che potrebbe essere una tappa ideale per una fuga, fin dalla partenza iniziano a susseguirsi gli attacchi. La prima azione interessante è quella di Matteo Trentin, che viene raggiunto da Paleni e Van Sintmaartensdijk: una decina di altri ciclisti, che partono approfittando del ritmo non trascendentale del gruppo, vengono ripresi nel giro di pochi chilometri. Il trio di testa accumula una trentina di secondi di vantaggio ma la velocità media è decisamente salita, rendendo difficile per altri ciclisti raggiungerli. Se il tentativo di Ganna è poco fortunato, lo strappo di Alaphilippe e Plapp è troppo per i fuggitivi, che vengono raggiunti abbastanza facilmente.
Pochi minuti dopo sono Scaroni, Narvaez ed un gruppo consistente di ciclisti a provare ad andarsene ma anche questo attacco viene rintuzzato in maniera perentoria. A movimentare ulteriormente il gruppo l’avvicinamento alle prime salite, il che spiega perché Affini, Maestri, Hepburn e Clarke attacchino forte per mettere un vantaggio interessante sul gruppo. A 140 chilometri dall’arrivo, all’inizio delle salite, il quartetto di testa ha più di un minuto di vantaggio, abbastanza da incoraggiare un folto gruppo di ciclisti ad inseguirli. Alaphilippe è il primo a scattare, ma il francese viene aiutato da Narvaez, Scaroni e Costiou a raggiungere i fuggitivi: quando si compattano, la fuga diventa decisamente pericolosa.
Alaphilippe se ne va
I dieci ciclisti di testa devono guardarsi da un’altra azione importante, una decina di ciclisti guidati da Lopez, Trentin e Velasco: la cosa non va a genio a Julian Alaphilippe, che, seguito da Maestri a ruota, saluta la compagnia e se ne va. L’azione sembra velleitaria, visto che siamo ancora a più di 100 chilometri dall’arrivo ma i due collaborano bene e guadagnano un discreto vantaggio. A questo punto parte un’altra azione importante dal gruppo, con Filippo Ganna che prende l’iniziativa ed è seguito da un folto gruppo di ciclisti, che complicano ulteriormente la situazione. Alaphilippe e Maestri hanno una trentina di secondi sui 20 inseguitori guidati da Narvaez mentre il gruppo di Ganna è ad altri 30 secondi: il gruppo maglia rosa, invece, procede a ritmo sostenuto un paio di minuti dietro.
Quando i due gruppi degli inseguitori si fondono, il duo di testa ne approfitta per allungare a circa un minuto di vantaggio. Sulla salita di Recanati, i due allungano a circa 2 minuti ma i 36 inseguitori hanno al proprio interno ottimi scalatori che potrebbero andarsene. Se Alaphilippe lascia volentieri a Maestri i punti per la classifica scalatori ad Osimo, all’interno del gruppo degli inseguitori si susseguono gli attacchi, con Scaroni e Costiou che guadagnano una trentina di secondi a circa 90 chilometri dal traguardo. Un problema meccanico per il francese consente ad un gruppetto guidato da Narvaez e Trentin di raggiungerli, ma il duo di testa è sempre avanti: a 70 chilometri dall’arrivo, Alaphilippe e Maestri hanno 1’06” di vantaggio sui nove inseguitori, mentre il gruppo maglia rosa è a quasi 5 minuti di ritardo.
Magistrale Alaphilippe
Dopo il Gpm di Monsano che vede ancora Maestri avanti ad Alaphilippe, la situazione si stabilizza fino alla discesa, con il duo avanti di circa un minuto rispetto ai nove inseguitori. La salita che porta al Gpm di Ostra è breve ma molto dura ed il ciclista italiano entra in crisi: il compagno di fuga rallenta per consentirgli di rimanere a ruota, spaventato dalla prospettiva di farsi gli ultimi 55 chilometri da solo. Superata la crisi, il duo di testa riprende ad allungare, guadagnando un’altra trentina di secondi sul traguardo volante ma, a cinque chilometri da un’altra salita, molti si domandano se Alaphilippe partirà da solo o se i nove inseguitori riusciranno a riprenderli prima dell’arrivo. La salita che porta al Gpm de La Croce vede un’accelerazione da parte degli inseguitori, guidati da Narvaez ma i due di testa resistono senza groppi problemi, scollinando con sempre 1’20” di vantaggio. Alle loro spalle, invece, il vantaggio accumulato da Hirt convince Uae e Ineos ad alzare il ritmo, riassorbendo il suo gruppetto a circa 27 chilometri dall’arrivo.
Il duo di testa ha ancora un’ultima salita da affrontare, quella del Monte Giovo e può gestire circa 43 secondi di vantaggio ma nel gruppo si vede un’accelerazione guidata dalla Bahrain-Victorious che mette sotto grossa pressione sia Martinez che Geraint Thomas. L’ascesa non ha un Gpm ma vede rampe oltre il 20% di pendenza, abbastanza per scombussolare sia la classifica di tappa che quella generale. Appena la strada inizia a salire, Alaphilippe spinge fortissimo e se ne va da solo: Maestri ha speso troppo e non riesce a rispondere. L’azione del campione francese è irresistibile: nonostante le rampe siano davvero dure, il ciclista della Soudal-QuickStep mantiene una quarantina di secondi allo scollinamento. Ad inseguirlo sono Narvaez ed il belga Hermans, con il danese Valgren e Christian Scaroni non troppo lontani.
ALAPHILIPPE GOES SOLO!!
11 KM to go for the former World Champion, as the chasing group explodes under the rhythm of @quintenhermans and @NarvaezJho #GirodItalia pic.twitter.com/HXdJeedtMC— Giro d’Italia (@giroditalia) May 16, 2024
Gli ultimi chilometri sono una passerella trionfale per l’ex campione del mondo, che spinge forte sia in discesa che nell’avvicinamento al traguardo: uno sforzo non da poco, considerato che è rimasto in fuga ad oltre 100 chilometri dall’arrivo. Nonostante Narvaez ed Hermans se la cavino egregiamente in pianura, non riescono a rispondere al ritmo imposto dal ciclista transalpino e dovranno accontentarsi dei gradini più bassi del podio. Vittoria davvero maiuscola quella di Alaphilippe, che, dopo tanti attacchi sfortunati, finalmente trova la tappa giusta per imporre la sua legge, trionfando da solo sul traguardo di Fano e portando a casa la prima vittoria nella corsa rosa. Alle sue spalle, Narvaez regola facilmente Hermans mentre Scaroni non riesce a strappare il quarto posto a Valgren: comunque una ottima prova quella del ciclista azzurro.
The final KM of an incredible stage today, where for the first time in over 300 days, @alafpolak1 finally found success
The @Continentaltire Ultimo Kilometro#GirodItalia#LastKm #Continental #ContinentalItalia #SafetySponsorOfTheRoad pic.twitter.com/yAvszOiMRY— Giro d’Italia (@giroditalia) May 16, 2024
La classifica
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La tappa di domani
Prima di iniziare a pensare alle montagne vere, la 13a tappa del Giro d’Italia 2024 sembra fatta apposta per passisti e velocisti. I 179 chilometri che porteranno la carovana rosa da Riccione a Cento sono piatti che più piatti non si può. I 150 metri di dislivello la rendono la tappa più piatta di questo Giro. Gli unici rischi potrebbero venire da rotatorie e restringimenti, nient’altro.
I tentativi di fuga non mancheranno ma questa è una tappa ideale per i velocisti, Milan in testa. La cosa davvero curiosa è che, alla presentazione del percorso del Giro, gli organizzatori arrivarono a segnalare il ponte sul fiume Reno come una difficoltà negli ultimi chilometri.
Con le Dolomiti dietro l’angolo, i velocisti non si lasceranno sfuggire l’occasione di vincere.