Mare in burrasca e venti contrari. «Ma con coraggio andiamo avanti». Nel mezzo della tempesta giudiziaria abbattutasi a ciel sereno sulla Liguria, a rompere il silenzio è l’uomo che adesso regge ad interim il timone della Regione al posto di Giovanni Toti. Da Palazzo Ducale, nel cuore di Genova, per la prima volta il leghista Alessandro Piana parla davanti a una platea dell’inchiesta sul presunto sistema di corruttele che ha portato il governatore ai domiciliari. E lo fa senza nascondere un’amarezza attraversata da preoccupazioni. «Il timore che venga interrotto un percorso virtuoso è legittimo. È un tema che, dopo lo smarrimento iniziale, ci siamo posti subito con i colleghi. Abbiamo lavorato molto per uno sviluppo reale di questa regione, i dati lo confermano. E ancora sono moltissime le partite da portare avanti», afferma Piana, che ora nel rispetto dello statuto regionale ha assunto tutte le funzioni del presidente Toti nella pienezza dei poteri. Il suo sfogo arriva dal palco dello speciale evento organizzato ieri a Genova dal Giornale, nell’ambito delle celebrazioni per i propri cinquant’anni. Nel corso di una serie di dibattiti sulle sfide della transizione energetica ha fatto così irruzione l’attualità più scottante. «Facendo politica ci si aspetta di tutto, ci sta che gli organi inquirenti facciano il loro lavoro. Ma così non ce lo aspettavamo», ha rincarato il governatore ad interim, già vicepresidente e assessore regionale con diverse deleghe, tra cui quella all’Agricoltura, all’Allevamento, allo Sviluppo dell’Entroterra e ai Programmi comunitari di competenza. Ora il suo ruolo è delicatissimo: il cinquantaduenne leghista nato a Imperia deve infatti condurre il vascello della Regione verso gli obiettivi che la giunta guidata da Giovanni Toti aveva già messo in cantiere. A cominciare dalla nuova Diga foranea, considerata un’infrastruttura fondamentale. «Noi non scappiamo. Per rispetto dei cittadini, del presidente e degli organi inquirenti manteniamo il nostro mandato, perché lo prevede una legge che hanno deciso i liguri», precisa Piana, che adesso – secondo le norme – potrebbe teoricamente mantenere il ruolo di facente funzione sino a fine mandato. Dunque, avanti tutta. Il vicedirettore del Giornale, Nicola Porro, ne approfitta per andare dritto al punto. «Secondo lei, Toti dovrebbe dimettersi?». La risposta è decisa: «Sono valutazioni che deve fare lui. Ma io mi auguro di no. La Regione Liguria negli ultimi anni ha affrontato sfide inimmaginabili, dal Ponte Morandi alle mareggiate, e tutte le abbiamo superate lavorando. È chiaro che, per me, in queste situazioni si sia radicato anche un sentimento di amicizia con il presidente».
In riferimento alla situazione politica, Piana sgombera poi il campo dai tentativi di strumentalizzazione: «Abbiamo la fiducia della giunta e dei colleghi del Consiglio, questo ci conforta nel continuare. C’è stato un esempio di compattezza». E ancora: «Alla luce di tante polemiche deve prevalere il senso di appartenenza e di orgoglio». L’obiettivo primario è quello di salvaguardare la regione, che con la giunta Toti era tornata a correre. «La propensione all’investimento da parte degli imprenditori, che era tornata in Liguria, deve rimanere».
Così il leghista salito al timone tiene già la barra dritta.