Accoltellato dagli ultras del Milan. C’è anche uno del gruppo vicino a Fedez

Accoltellato dagli ultras del Milan. C'è anche uno del gruppo vicino a Fedez

Il pestaggio – a coltellate, sedie e tavolini – dopo Milan-Cagliari, sabato sera, a un 25enne romeno. E l’aggressione, non denunciata dalla vittima, ma sotto l’occhio di vigilantes e telecamere di sorveglianza, al personal trainer Cristiano Iovino, nella notte tra il 21 e il 22 aprile scorso. Cos’hanno in comune questi due eventi, a una prima lettura distinti, tanto come è stato confermato in procura i fascicoli non sono stati riuniti? La risposta, finora, è Alessandro Sticco, noto come «Shrek», 42enne ultrà nel direttivo della curva Sud milanista. Per lui, che avrebbe usato il coltello per colpire l’aggredito, la pm Francesca Crupi ha chiesto il carcere. Sticco è anche l’uomo di collegamento tra due episodi finiti all’onore delle cronache in queste ore: è infatti vicinissimo a Christian Rosiello, il bodyguard di Fedez, e anche amico del noto capo ultrà rossonero Luca Lucci. Gli indagati coinvolti nel pestaggio di sabato hanno detto di avere reagito a una provocazione. «Ha iniziato lui». Sembra invece che tutto sia nato perché il romeno indossava una maglietta che non era «degno» di portare. Screzi da stadio, finiti male.

Intanto proseguono con riserbo le indagini sull’aggressione a Iovino, il personal trainer, noto alle cronache in precedenza nell’ambito della separazione Totti-Blasi per il famoso caffè che provocò la rottura nella storica coppia romana. Ieri, dopo giorni, è riapparso sui social con una foto che riprende un suo amico a pranzo in un’osteria. In quella che secondo alcune ricostruzioni, è stata una «spedizione punitiva», sarebbe stato coinvolto il Fedez, il rapper ed ex di Chiara Ferragni, indagato per rissa e lesioni. Iovino invece, a ieri non ha sporto denuncia e anche quella sera non è andato in ospedale ma si è fatto medicare sul posto. Secondo Fedez, protagonista di un controverso scambio di battute al Salone del libro, non si sarebbe fatto male. «Tre giorni dopo era a Ibiza a ballare». In assenza di referto medico, le lesioni potrebbero essere derubricate in percosse. E come è stato confermato a ieri da fonti autorevoli, Iovino – che ha tempo fino a sei mesi per sporgere denuncia – ha fino a questo momento preferito soprassedere sull’episodio. La rissa, invece, è procedibile d’ufficio.

L’agguato al personal trainer, avvenuto sotto casa sua, in un complesso residenziale in zona City Life, avrebbe avuto come punto di innesco una rissa tra Iovino e il gruppo di rapper tra cui Fedez alla discoteca The Club di largo La Foppa. Nata poco prima delle 3 di notte, per un commento poco lusinghiero a una ragazza che si trovava insieme a Fedez nel privè, Ludovica Di Gresy. Anche se potrebbe esserci dell’altro. Dopo soli 50 minuti da quel primo episodio, in via Traiano, sarebbe avvenuto il pestaggio di Iovino, a cui avrebbero assistito i vigilantes. Un’aggressione con modalità da «spedizione punitiva» da film: con il rapper Fedez che – secondo i testimoni – scende dal furgone insieme ad altri energumeni e rifila anche due cazzotti al giovane. Nel mezzo, ci sarebbe stata anche la «ragazza bionda»: ossia, la Di Gresy. C’è dell’altro? Quanto sono coinvolte le curve rossonere, e soprattutto alcuni ultrà con un certo curriculum criminale? La Curva Sud Milano ha pubblicato un post indignato intitolato «Basta fango».

«Non abbiamo nessun tipo di legame – si legge – con Fedez, né riguardo vicende professionali, né tanto meno vicende private».

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