L’assedio a Rafah, quello massiccio, potrebbe essere oramai prossimo. L’amministrazione americana sostiene che Israele abbia ammassato un numero sufficiente di soldati al confine con la città, da avviarsi verso un’incursione su larga scala nelle prossime ore, al massimo tra qualche giorno.
Lo riporta la Cnn, che cita due alti rappresentanti dell’amministrazione Biden. Le fonti hanno aggiunto di non avere la certezza che la manovra sia una sfida diretta alla linea segnata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che da settimane sta invitando Israele a non attaccare un’area dove si trovano più di un milione di rifugiati palestinesi. Dalla Casa Bianca, il presidente resta inamovibile sulla questione: Gli Stati Uniti “continuano a ritenere che che sarebbe un errore lanciare un’operazione militare su larga scala a Rafah“. Lo ha ribadito il consigliere per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan, riassumendo le posizioni dell’Amministrazione Biden sulla guerra a Gaza.
Intanto, Hamas ha ufficialmente accusato Israele per l’uccisione di due cittadini stranieri che erano a bordo di un veicolo delle Nazioni Unite a Rafah. “Israele – afferma Hamas in una dichiarazione rilanciata dal quotidiano israeliano Haaretz – ha ucciso due cittadini stranieri (un uomo e una donna) che viaggiavano su un veicolo delle Nazioni Unite con bandiera e segni di identificazione delle Nazioni Unite. Israele e Stati Uniti hanno la piena responsabilità per aver danneggiato i team stranieri a Gaza e per i crimini di guerra e i danni intenzionali subiti dai team stranieri“.
Soltanto ieri, il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, ha parlato al telefono con il capo dell’intelligence egiziana, Abbas Kamel, per risolvere la crisi che riguarda il valico . A riferirlo su X il giornalista di Axios, Barak Ravid, citando una fonte a conoscenza dei dettagli secondo cui Bar ha sottolineato che Israele è pronto a qualsiasi soluzione tranne il ritorno di Hamas al valico di Rafah. Secondo Ravid, si tratta di uno sviluppo importante in quanto è la prima volta dall’inizio della guerra che Israele ha espresso la volontà di coinvolgere in qualche modo l’Autorità nazionale palestinese nella gestione della Striscia di Gaza.
Nel corso di questa notte e alle prime luci dell’alba, l‘esercito israeliano ha intensificato gli attacchi aerei nella Striscia di Gaza mentre i civili palestinesi hanno continuato a fuggire, soprattutto a Rafah, minacciata dal timore una grande offensiva. Nelle prime ore di oggi, testimoni e corrispondenti dell’Afp hanno riferito di attacchi aerei in vari settori di Gaza, con la difesa civile palestinese che ha contato almeno otto morti in un bombardamento su un edificio nel campo di Nuseirat. Gli attacchi hanno preso di mira anche il settore di Rafah (sud), dove sono ammassati quasi 1,4 milioni di palestinesi. Mentre la stragrande maggioranza di questa popolazione si era rifugiata a Rafah nel tentativo di sfuggire agli attacchi e ai combattimenti degli ultimi mesi, alcuni di loro stanno ora fuggendo da questa città, che si affaccia sul confine chiuso con l’Egitto.
La scorsa settimana, l’Idf aveva già fatto sapere di avere occupato parte della strada Salah a-Din nella parte orientale di Rafah.Poi, venerdì scorso, i carri armati si sono spinti più avanti lungo la stessa strada, sebbene ancora all’interno di una zona di cui l’Idf aveva ordinato l’evacuazione. I residenti avevano riferito di esplosioni e spari quasi costanti a est e nord-est della città, con intensi combattimenti tra le forze israeliane e gli agenti dei gruppi terroristici di Hamas e della Jihad islamica. Hamas ha affermato di aver teso un’imboscata ai carri armati israeliani vicino a una moschea nella parte orientale della città, segno che le forze israeliane sono penetrate per diversi chilometri da est fino alla periferia dell’abitato della città.
L’eventuale offensiva israeliana a Rafah sta mettendo a rischio 45 anni di pace fra lo Stato ebraico e l’Egitto. Il Cairo, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, sta considerando di “declassare” le relazioni diplomatiche con Tel Aviv, dopo aver preannunciato l’intenzione di unirsi all’accusa presentata dal Sudafrica e altri Paesi al Tribunale dell’Aia contro Israele per genocidio a Gaza. Come ricorda il quotidiano americano, “nei 45 anni trascorsi dal loro storico accordo di pace (firmato il 26 marzo 1979, ndr), Israele ed Egitto sono diventati partner essenziali, un rapporto stretto ma mai caloroso che è alla base della sicurezza nazionale di entrambi i paesi. L’offensiva israeliana di Rafah minaccia di annullare tutto ciò“.
L’Egitto ha recentemente rifiutato di riaprire il confine con Gaza dopo la chiusura della parte palestinese del valico, ma negli scorsi mesi ha sempre negato di voler giungere al punto di rottura delle relazioni con Tel Aviv.