Cala il martello della giustizia su Alternativa per la Germania (Afd), il partito di estrema destra che spaventa l’Europa. Il Tribunale amministrativo superiore di Münster ha respinto il ricorso dei sovranisti contro la loro classificazione come sospetta organizzazione di estrema destra da parte dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (Bfv), l’agenzia di intelligence interna tedesca.
Contro la sentenza emessa ieri, Afd presenterà appello al Tribunale amministrativo federale di Lipsia. A meno di un mese alle elezioni europee, lo Stato tedesco ha vinto una battaglia nella guerra con Afd, combattuta a inchieste giudiziarie, atti e ricorsi amministrativi. Fondato nel 2013 come formazione di destra liberale euroscettica, il partito si è ormai radicalizzato. Ex neonazisti, ammiratori della Russia di Putin, sostenitori delle teorie della cospirazione abbondano tra iscritti e rappresentanti eletti, che riesumano nei loro discorsi la retorica nazionalsocialista, antisemitismo compreso. Sono messaggi nascosti, diretti a chi li sa captare. Un esempio è Björn Höcke, presidente di Afd in Turingia, sotto processo al tribunale di Halle per aver pronunciato il motto delle SA naziste «Tutto per la Germania» in due comizi. Eminenza nera del partito, lo stesso Höcke aveva definito il memoriale degli ebrei uccisi dal nazismo eretto a Berlino «una vergogna nazionale».
Questa progressiva radicalizzazione ha portato il Bfv a classificare Afd come sospetta organizzazione estremista di destra nel 2021. È uno degli strumenti della Germania quale democrazia capace di difendersi anche dall’estremismo che può arrivare al potere attraverso regolari elezioni, come la sua storia ha dimostrato. Con la classificazione, il Bfv può infiltrare Afd con i propri agenti, monitorarne posta e comunicazioni. Il partito si è opposto con un ricorso al Tribunale amministrativo di Colonia in cui lamentava la violazione del principio di pari opportunità compiuta dal Bfv. Nel 2022, l’appello è stato respinto. La battaglia legale tra Afd e il servizio è proseguita al Tribunale amministrativo superiore di Münster, che ha dato nuovamente ragione al servizio. «Abbiamo vinto su tutta la linea», ha dichiarato il direttore del Bfv, Thomas Haldenwang. Con un implicito avvertimento ai sovranisti, il funzionario ha aggiunto che la sua agenzia effettuerà una nuova valutazione di Afd «a tempo debito».
La classificazione potrebbe quindi essere aggravata ad accertata organizzazione estremista di destra, con un rafforzamento dell’osservazione da parte del Bfv. Intanto, il partito che ha come copresidenti Alice Weidel e Tino Chrupalla non si arrende. Per Weidel, la sentenza di Münster dimostra che il Bfv «non è indipendente», ma se ne abusa per «svantaggiare» Afd in un’operazione «anticostituzionale». A sua volta, Beatrix von Storch, deputata del partito al Bundestag ha denunciato «un giudizio ingiusto, un procedimento farsa».
Di nuovo, retorica che ricorda quella dei nazisti quando perdevano i processi durante la Repubblica di Weimar, a cui la Germania di oggi pare sempre più somigliante.