È stato scoperto grazie al sesto senso e al coraggio di una mamma il giro di baby squillo che ieri, a Bari, ha portato all’arresto di dieci persone con l’accusa di aver sfruttato tre sedicenni, procurando loro i clienti e trattenendo il 50 per cento dei guadagni.
Il giro andava avanti dal 2021 e prevedeva il coinvolgimento di varie figure: c’era chi inseriva gli annunci on line, chi fissava gli appuntamenti, chi prenotava le strutture ricettive, anche di lusso, e chi accompagnava le giovani escort agli incontri con i clienti, anche facoltosi, tra cui avvocati e imprenditori, alcuni dei quali erano a conoscenza della minore età delle ragazze. Oltre al denaro, alle ragazze venivano regalate borse, scarpe, soggiorni. Un cliente avrebbe messo a loro disposizione una carta ora per i prelievi. L’inchiesta era partita nel marzo del 2022 dopo la denuncia della mamma di una delle tre ragazze, insospettita perché la figlia aveva cominciato ad avere comportamenti anomali: frequentava una donna più grande, poi risultata una escort, chattava con adulti, postava sui social foto con rampolli delle famiglie mafiose di Bari, aveva inspiegabili disponibilità economiche e comprava vestiti costosi. Aveva scoperto anche dell’hashish nella sua borsa. Le indagini, svolte con pedinamenti, appostamenti e intercettazioni, oltre che con l’audizione protetta delle minorenni, hanno dimostrato che i suoi sospetti erano fondati. Ieri all’alba il blitz, tra Bari, Roma, Trani e Lecce, per eseguire i provvedimenti cautelari disposti dal gip su richiesta della Procura, nei confronti di quattro donne, rispettivamente di 35, 21, 25 e 24 anni, finite tutte in carcere, e sei uomini. Di questi ultimi due sono finiti dietro le sbarre, mentre per due clienti, che non hanno esitato ad avere rapporti con le ragazze nonostante sapessero che erano minorenni, sono scattati i domiciliari. Per un terzo cliente e per il gestore di una struttura ricettiva nella quale avrebbe tollerato l’esercizio abituale della prostituzione è stato adottato l’obbligo di dimora nel comune di residenza.
Gli incontri a pagamento sarebbero cominciati nell’ottobre del 2021, tra le province di Bari e di Barletta, Andria e Trani, dopo che le tre ragazzine, allora sedicenni, erano state adescate ed introdotte nel mondo della prostituzione con la promessa di facili guadagni. Alcuni clienti avrebbero pagato anche 500 euro per una singola prestazione. Mentre le baby squillo usavano il denaro guadagnato con la prostituzione per acquistare abiti, borse e cenare in ristoranti costosi, cercando di adottare tutte le cautele necessarie a non far scoprire ai propri familiari le cospicue disponibilità economiche.
Sembra che uno dei presunti sfruttatori fosse solito aspettare in una stanza attigua che le minorenni terminassero le loro prestazioni per ricevere personalmente il denaro dai clienti e corrispondere alle ragazze la loro quota.