Nuova operazione in mare per la nave della Ong Geo Barents, che nelle ultime ore ha recuperato 43 migranti al largo delle coste libiche, in prossimità (ma non all’interno) delle acque territoriali del Paese nordafricano. La grande imbarcazione della Ong Medici senza frontiere, che batte bandiera norvegese, al momento della conclusione dell’intervento si trovava a poche centinaia di miglia dalle coste tunisine, che Onu, e quindi ovviamente anche l’Italia, considerano Paese sicuro.
Ma invece di sbarcare i migranti nel Pos sicuro più vicino, come amano ripetere gli equipaggi di queste organizzazioni, hanno preferito inoltrare domanda di sbarco all’Italia, che in piena accoglienza dei trattati internazionali non si è tirata indietro. L’Mrcc di Roma ha assegnato come porto sicuro quello di Civitavecchia, nel Lazio, scatenando le proteste dell’equipaggio della nave che si lamenta della distanza dal luogo di intervento. In diversi tweet che hanno lanciato in rete, infatti, dalla Ong francese sottolineano che Civitavecchia sarebbe a 965 chilometri di distanza. Con meno ore di navigazione, molte meno ore, la nave potrebbe raggiungere, appunto, la Tunisia oppure Malta. Ma anche la Grecia si trova relativamente più vicina.
Inoltre, Geo Barents è una nave oceanica, capace di affrontare viaggi ben più impegnativi di una traversata del Mediterraneo in buone condizioni, pertanto potrebbe anche sbarcare i migranti nel suo porto di bandiera, la Norvegia, allungando il viaggio di qualche giorno e spendendo qualche migliaio di euro in più. Per altro, potendo raggiungere il porto di Civitavecchia, la nave di Medici senza frontiere non dovrebbe avere problemi nemmeno a sbarcare i migranti in Corsica. L’isola è francese, come francese è l’organizzazione che gestisce la nave. Ma quel tipo di imbarcazione potrebbe arrivare senza problemi fino a Marsiglia o Tolone con qualche ora di navigazione in più rispetto a Civitavecchia.
Il Tar del Lazio, in più di un’occasione, ha respinto i ricorsi delle Ong che hanno tentato di creare un precedente giuridico sul decreto Piantedosi per l’assegnazione del porto. Solo le autorità del Paese, e non la discrezionalità delle organizzazioni private, possono decidere, in base a decisioni multidisciplinari, quale porto concedere, anche per ragioni di sicurezza dello Stato.
E non sussiste il principio del Pos più vicino nel Paese a cui si chiede aiuto, quando esistono porti di sbarco sicuri in altri Paesi più vicini, come in questo caso la Tunisia o Malta.