Con oltre il 70% delle schede scrutinate, arrivano i primi importanti risultati delle elezioni in Catalogna: dopo aver governato per oltre un decennio, il movimento degli indipendentisti avrebbe infatti perso la maggioranza assoluta. La vittoria, secondo gli exit poll di Sigma dos per Tve, dovrebbe infatti andare ai socialisti del Psc. Questo avviene a oltre sei anni di distanza dal tentativo di secessione, avvenuto nel 2017.
Un risultato storico
Stando a quanto riferito dalla stampa spagnola, il Partito socialista catalano, guidato da Salvador Illa, starebbe vincendo con il 29% dei voti, che comporta 42 seggi, ben 8 in più rispetto a quelli che possiede adesso. Carles Puigdemont, leader di Junts, ottiene il 21% dei voti e 36 deputati. Si tratta, come fanno sapere i cronisti, del peggior risultato ottenuto dal movimento indipendentista nelle elezioni parlamentari. Al contrario dei socialisti, che invece hanno conseguito un risultato storico. Rispetto agli altri partiti, infatti, sarebbe in una posizione di netto vantaggio.
Malgrado la batosta elettorale, Junts per Catalunya resta comunque la seconda forza, imponendosi anche su Erc (Esquerra Republicana de Catalunya), partito attualmente al governo, che da queste elezioni porta a casa solo 20 deputati, ben 13 in meno rispetto al 2021. 14 seggi, invece, andrebbero al Partito Popolare, mentre 13 seggi spetterebbero a Vox, partito di estrema destra. Aliança Catalana, partito di estrema destra antiislamista, entrerà nell’assemblea legislativa di Barcellona grazie ai 2 seggi conseguiti.
I grandi sconfitti di queste elezioni, in sostanza, sono i rappresentanti del movimento indipendentista. Junts in primis, seguiti da Erc e Cup. In totale, infatti, i partiti uniti ottengono una sessantina di seggi.
Alla luce di ciò ci si interroga su quali potranno essere le alleanze. Indubbio, infatti, che per ottenere i numeri necessari a governare il vincitore debba trovare degli accordi con altri partiti. Per quanto sia riuscito a imporsi sulle altre forze, il partito dei socialisti non ha infatti la maggioranza assoluta. La stampa spagnola fa sapere che le elezioni di questa domenica sono state caratterizzate da una bassa partecipazione, molto simile a quella già riscontrata nel 2021. Quest’oggi, infatti, si è registrata un’affluenza alle urne del 54,48%.
Il partito dei socialisti, legato al premier spagnolo Pedro Sanchez, potrebbe trovarare degli alleati nella sinistra radicale, oltre che strizzare l’occhio a Esquerra Republicana de Catalunya.
Le reazioni a caldo
Pere Aragones, governatore uscente della Catalogna e rappresentante del partito Erc, ha al momento chiuso la strada a possibili alleanze con i vincitori, precisando che dopo la sconfitta il suo gruppo passerà all’opposizione.“Erc assumerà la volontà dei cittadini”, ha dichiarato, come riportato dalle agenzie di stampa. “Psc e Junts hanno vinto, la polarizzazione ha vinto, spetta a loro gestire la nuova fase”, ha aggiunto Aragones. Il governatore uscente ha infine etichettato come pessimo il risultato ottenuto dal proprio partito.
Dolor Montserrat, direttrice della campagna elettorale del Partito popolare in Catalogna, ha invece affermato: “Questo importante incremento dimostra che siamo di nuovo un punto di riferimento fondamentale per la società catalana, è un grande passo per fermare il proces di socialisti, Erc e Junts”.
Soddisfazione di Salvador Illa
“I catalani hanno deciso di aprire una nuova tappa in Catalogna, e per varie ragioni”, ha dichiarato il leader del Partito dei socialisti di Catalogna Salvador Illa, “è stata la politica realizzata dal governo spagnolo e dal presidente Pedro Sanchez, a cui invio il mio riconoscimento e ringraziamento”.
“Dopo 45 anni di storia, per la prima volta il Psc ha vinto, sia in numero di voti che in numero di seggi“, ha aggiunto.
Illa, intenzionato a diventare il nuovo governatore della Catalogna, ha assicurato che “nessun catalano rimarrà fuori dalla nuova tappa”.