“Abbiamo dei mali da estirpare, non vogliamo più vedere capibastone e cacicchi vari. Su questo dovremo lavorare tanto insieme, ne va della credibilità del PD, su cui non sono disposta a cedere di un millimetro”. Questa è la promessa che Elly Schlein ha rinnovato anche nel corso dell’Assemblea del partito dello scorso marzo. Una promessa non ancora mantenuta.
In Campania, il governatore Vincenzo De Luca continua a spadroneggiare e a fare il bello e cattivo tempo prendendosi il lusso di sbeffeggiare il prete anti-camorra don Maurizio Patriciello come se fosse un grillino qualunque. E i big del partito muti, costretti per l’ennesima volta a subire le intemperanze del capobastone salernitano. Recentemente De Luca aveva irriso anche il premier Giorgia Meloni definendola “str..” quando avevo portato avanti la protesta per il mancato arrivo dei fondi al Sud con la sua personalissima “marcia su Roma”. Prima ancora aveva chiesto via social alla segretaria Elly Schlein “di prendere le distanze da intollerabili violenze verbali, autentichi intimidazioni” del governatore De Luca che, annunciando la sua protesta nella Capitale, aveva definito i membri del governo come “Imbecilli, farabutti, delinquenti politici”. L’incontinenza verbale di De Luca non ha limiti ed è chiaro che la segretaria Schlein non abbia la capacità di porvi un freno tant’è vero che quella volta rispose alla Meloni buttando la palla in tribuna e chiedendole di prendere lei le distanze dai suoi fedelissimi: “Dal suo capogruppo Foti che ci insulta con epiteti vari, da Delmastro e Donzelli che ci hanno addirittura accusati di stare con i mafiosi”. Ma non solo. La accusò persino di voler distogliere l’attenzione dalle scelte che il suo governo aveva compiuto “contro il Sud”.
Un altro cacicco che, senza dubbio, imbarazza la segretaria del Pd è il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che, sceso in piazza per difendere il suo pupillo Antonio De Caro, si era praticamente vantato di essere sceso a patti con la famiglia di Antonio Capriati. I fatti risalgono a di vent’anni fa quando Emiliano, diventato sindaco di Bari, fece visita a casa della sorella del boss locale, per chiedere che De Caro, all’epoca assessore della sua giunta, venisse lasciato libero di lavorare. Ebbene, dopo il putiferio scaturito da queste rivelazioni e con il Comune di Bari a rischio commissariamento, Emiliano si è recentemente rifiutato di presentarsi alla Camera per l’audizione quando la sua presenza venne chiesta a gran voce dalla Commissione Antimafia. L’ex pm ha agito da vero capobastone rinviando l’audizione a dopo il voto sulla mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni. Ma quel che è peggio è che Emiliano pare non voler soddisfare appieno la richiesta della Schlein di modificare pofondamente la giunta di governo. Per ora, infatti, per tenersi buono Giuseppe Conte, ha accettato di dare ai Cinquestelle l’agognato assessorato alla legalità.
In sintesi, De Luca ed Emiliano sono due capibastone incontrollabili e ingestibili anche per la segretaria Schlein.