Da Arisa a don Patriciello, così la sinistra deride chi simpatizza per il premier

Da Arisa a don Patriciello, così la sinistra deride chi simpatizza per il premier

La partecipazione a un convegno può essere considerata un’onta? Per la sinistra italiana, evidentemente, sì. Il caso di don Maurizio Patriciello sbertucciato da Vincenzo De Luca non è un episodio isolato.

Puoi essere anche un famoso prete anti-camorra, ma se ‘familiarizzi’ col ‘nemico’, per il funambolico presidente della Regione Campania, subito diventi “il Pippo Baudo dell’area nord di Napoli, con relativa frangetta” e non meriti neppure la solidarietà di Elly Schlein e Giuseppe Conte. Ovviamente, la stessa sorte è toccata agli altri vip che hanno partecipato al convegno sul premierato che si è tenuto pochi giorni fa alla Camera. “È stato un momento di commozione vedere la Meloni che presenta il suo progetto a noti costituzionalisti, fra i quali ho notato in particolare Iva Zanicchi, Pupo”, ha detto sempre De Luca nel corso della sua consueta diretta Facebook. Il governatore della Campania, però, non è stato il solo a irridere il noto cantante per la sua partecipazione a quell’evento.“Lo sponsor della riforma del premierato della Meloni è Pupo colui che mentre la Russia bombardava la popolazione Ucraina cantava senza problemi a Mosca”, ha detto il leader di Europa Verde, Angelo Bonelli che aggiunge: “Pupo guarda alla Meloni per avere una premier forte allo stesso modo di come sostiene Putin”.

Un’altra cantante che nei mesi scorsi è stata fortemente criticata per gli apprezzamenti espressi nei confronti del presidente del Consiglio è stata Arisa che, intervistata da Peter Gomez durante il programma ‘La Confessione’, aveva a osato dire: “La Meloni mi piace perché ha molta cazzimma”. E, un istante dopo, ben consapevole delle critiche andava incontro, aveva aggiunto: “Questa cosa andrà contro di me. Una volta ho fatto un discorso dicendo che la signora Meloni mi piacesse. Tutti i miei amici mi avevano sconsigliato di farlo, affermando che sarei stata accusata di essere fascista”. Le critiche e le battute non si sono sprecate neppure per il comico Pino Insegno, uscito con le ossa rotte dal flop del ‘Mercante in fiera’, colpevole di essere amico ed estimatore della Meloni. “La cacciata di Flavio Insinna per fare posto a Pino Insegno non è certo leggibile ‘politicamente’. È una inspiegabile porcheria ai danni di un professionista impeccabile per fare posto a un simpatico amicone dei nuovi capi”, aveva scritto su Repubblica Michele Serra.

Tornando indietro nel tempo, anche un annetto fa, quando sia l’ex premier Enrico Letta sia il presidente del Pd Stefano Bonaccini ammisero che la Meloni stava governando meglio del previsto, furono subissati dalle critiche.

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