È uno dei protagonisti più attesi, un veterano degli Internazionali d’Italia e uno dei più forti talenti che abbia espresso il nostro tennis. Fabio ha ancora molto da dire. Racconta di sé e, anche se ama dire che «di Fognini ce n’è uno solo», racconta di chi potrebbe essere il giovane talento che più gli somiglia.
«Ancora una volta» è la frase che ha scritto sui social esprimendo la sua felicità per essere nuovamente a Roma.
«È la verità, Roma è speciale sotto tutti i punti di vista. Sono qui, cercherò di godermela appieno».
Oggi affronta Daniel Evans: sensazioni?
«Non posso dire se positive o negative, sono pronto. Conosco l’avversario e lui conosce me, sa che sono un giocatore pericoloso su questa superficie».
Come si sente fisicamente?
«Questa è una bella domanda: ho avuto i miei acciacchi, purtroppo non sono riuscito a giocare con continuità la stagione sulla terra rossa ma da qui al Roland Garros voglio pensare positivo».
Obbiettivi?
«Star bene fisicamente, è la cosa principale. E poi, in tema ranking, voglio essere presente nei tornei del Grande Slam per giocare con continuità».
I momenti più belli della carriera?
«Senz’altro Roma contro Andy Murray, quando disputavo la Coppa Davis a Napoli sempre contro Murray e sicuramente la vittoria di Monte Carlo».
Il match che non dimentica?
«La prima volta che ho giocato contro Roger Federer sul Centrale di Wimbledon».
Tra i giovani emergenti c’è qualcuno in cui si rivede?
«Di Fognini ce n’è uno solo, senza ombra di dubbio. A livello di tecnica e gioco secondo me Lorenzo Musetti è quello che ha più alternative che a volte gli giocano però contro e lo portano nel disordine, dal punto di vista tecnico è lui il più simile».
C’è stata un’evoluzione nel tennis?
«C’è stata, ora è di nuovo tutto più veloce e per me è una cosa negativa. Io sono un giocatore che ha bisogno di tempo e ha sempre cercato di impostare il suo gioco sul piano fisico: dopo due-tre palle diventavo pericoloso ma bisogna adattarsi a tutto come nelle cose della vita. Bisogna cercare di migliorarsi e guardare con altri occhi e sotto altri punti di vista i cambiamenti».
Pubblico numeroso, difficile concentrarsi?
«A me piace, mi gasa e tiene carico, anche quando ho il pubblico contro. Uno stadio pieno non ha prezzo».
I pensieri in partita.
«La mente mente, si dice. Bisogna sconnettersi, staccando la spina ad ogni punto.
Jannik Sinner: ha fatto bene a fermarsi per un po’ vista la giovane età?
«Non posso esprimermi perché non so cos’abbia, so solo che ha male all’anca».