Venti anni. Saranno venti anni il prossimo 1 settembre: è in questo giorno che nel 2004 fu rapita Denise Pipitone, la bambina di neppure 4 anni di Mazara del Vallo, il cui destino continua a tenere l’Italia con il fiato sospeso. E a quasi venti anni di distanza la madre della bambina avrebbe trovato delle apparecchiature finalizzate all’intercettazione.
Lo ha annunciato la stessa Piera Maggio, la mamma di Denise che si è sempre battuta con forza per ritrovare la figlia, e continua a farlo con estremo coraggio. Su Facebook la donna ha scritto: “Sapete cosa sono? Scrivetelo nei commenti, vediamo chi indovina”, allegando l’immagine di questa apparecchiatura ritrovata. Mamma Piera continua: “Ritrovate dopo 20 anni, a meno che qualcuno non le abbia collocate nel tempo violando il nostro stabile. Erano correttamente funzionanti perché collegate alla rete elettrica. Adesso chiederemo alle autorità se sono beni dello Stato oppure di privati. Ovviamente non sappiamo se ce ne sono ancora delle altre e, a dire il vero, non abbiamo mai avuto questa curiosità perché non avevamo niente da nascondere. La scoperta è avvenuta adesso per via di manutenzione”.
Piera Maggio e la sua famiglia sono state in passato oggetto di sospetti infondati: chiaramente loro non solo non hanno responsabilità nel rapimento della piccola, e il fatto che continuino a cercarla è segno di una volontà di ricerca della verità. Nel tempo Denise è diventata in un certo senso la figlia di tutti gli italiani, ma c’è un fatto: Denise ha una famiglia, che la aspetta, che la cerca.
Nel post su Facebook Piera Maggio prosegue: “Ci chiediamo se durante un’indagine dove vengono collocate determinate apparecchiature negli ambienti privati delle persone, non sia il caso a fine indagine di recuperare le tecnologie, presumibilmente anche costose, di cui si sono avvalsi coloro che hanno condotto le indagini? Se sono apparecchiature dello Stato, pensate che adesso dovremmo chiedere il risarcimento di 20 anni di appropriazione della nostra rete elettrica?”.
Ancora non c’è una risposta a queste domande, ma per Piera Maggio c’è comunque una domanda più pressante e fondamentale: dov’è Denise? In questi due decenni si sono accavallate le ipotesi più disparate e molte segnalazioni si sono rivelate un buco nell’acqua. Tranne una, che lasciò ben sperare: un mese dopo la scomparsa, la guardia giurata Felice Grieco riprese con il telefonino una bambina italiana in un gruppo di presunti rom a Milano.
Gli esperti si sono pronunciati constatando la compatibilità della somiglianza con il volto di Denise e anche con la sua intonazione nel parlare.