Patenti false, scandalo a Brescia con oltre 60 indagati

La Polizia locale di Verona e il nucleo giudiziario della Polizia stradale di Vicenza hanno smantellamento un'organizzazione, ramificata sul territorio italiano, che proponeva di far ottenere con facilità, la patente di guida a persone straniere

Patenti false con suggeritore da remoto per gli esami. La Polizia stradale, la Polizia provinciale e i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria tutte e tre bresciane, hanno dato il via a un’ordinanza applicativa di misura cautelare che riguarda quattro persone indagate con l’accusa di aver istituito un’associazione a delinquere con l’obiettivo di far ottenere patenti di guida di tipo B e carte di qualificazione del conducente per la guida professionale di mezzi pesanti per conto terzi. Ecco cosa è accaduto.

L’indagine

Complessivamente la Guardia di Finanza ha svolto indagini economico-patrimoniali nei confronti del titolare di quattro autoscuole. In quanto al sequestro per sproporzione questo ammonta a più di 1 milione di euro. All’indagato e ai suoi “collaboratori” sono stati contestati i reati di associazione a delinquere, corruzione, istigazione alla corruzione e numerosi falsi in atto pubblico. Inoltre durante gli esami di guida, secondo le forze dell’ordine, sarebbe avvenuto il reato speciale di sostenimento degli esami di guida tramite sistemi di suggerimento, assieme all’ipotesi di estorsione nei confronti dei candidati.

Gli indagati

All’interno dell’operazione è stato individuato il telefonista, la figura che aveva il ruolo di suggerire da remoto per gli esami. Complessivamente gli indagati sono più di 60 e, data l’importanza della questione e la rilevanza a livello sociale, attualmente si stanno svolgendo altri approfondimenti investigativi. Le verifiche si stanno svolgendo su più di 2mila patenti di tipo A-B-C-C.Q.C. Le quali sono state conseguite nel territorio bresciano da persone provenienti da tutta Italia.

Le perquisizioni

Attualmente sono in corso le perquisizioni, le quali vengono condotte anche con il supporto tecnico-operativo del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata.

Per svolgere questo lavoro vengono utilizzate moderne strumentazioni tecnologiche assieme a due unità cinofile “cash dog” della Guardia di Finanza con l’obiettivo di cercare soldi contanti.

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