“Lasci morire gli immigrati in mare”. Lo sfregio al murales su Meloni

"Lasci morire gli immigrati in mare". Lo sfregio al murales su Meloni

I seminatori d’odio non conoscono giorno di riposo ed escono puntualmente allo scoperto con le loro mirabolanti accuse choc verso il centrodestra e in particolare all’indirizzo di Giorgia Meloni. Non a caso a essere preso di mira è stato proprio il presidente del Consiglio, il cui murales a Milano è stato sfregiato portando avanti la solita narrazione secondo cui il capo dell’esecutivo sarebbe responsabile della morte dei migranti in mare. E così la doverosa lotta all’immigrazione irregolare viene interpretata, ancora una volta erroneamente, come disegno di un presunto progetto che vorrebbe lasciare annegare con spensieratezza le persone in acqua.

Lo sfregio al murales su Meloni

Sono passate solamente poche ore dall’apparizione su una colonna tra piazza San Babila e via Monte Napoleone e il murales dell’artista aleXsandro Palombo è stato subito bersagliato. Nella versione originale Meloni era stata raffigurata come Marylin Monroe con l’iconico abito bianco che si solleva con il vento nello storico film Quando la moglie è in vacanza: nell’immagine era stata dipinta la fiamma tricolore sul braccio sinistro oltre che la bandiera dell’Europa sulle mutande.

L’opera di aleXsandro Palombo è stata ritenuta esagerata da qualche paladino della sinistra (ha agito da solo o era in compagnia?) che evidentemente non ha resistito e ha avvertito la necessità di macchiare il murales con una croce sulla bocca di Meloni. Poteva mai litarsi a questo? Ovviamente no, e infatti il tutto è stato accompagnato da una didascalia che segue la solita direzione sgangherata del fronte rosso: “È un insulto a Marilyn. Ti consideri “Pro-Vita” ma lasci gli immigrati morire in mare!“. Il murales dal titolo Pop Giorgia, che ritrae il presidente del Consiglio posare sopra la corrente ascensionale di una grata della metropolitana milanese, era stato realizzato a ridosso dell’annuncio della candidatura di Meloni alle elezioni europee dal palco di Pescara.

La denuncia di Fratelli d’Italia

Non sono tardate ad arrivare parole di indignazione da parte di Fratelli d’Italia, mentre si resta in attesa che la sinistra prenda le distanze da un’accusa del genere. “Un premier eletto democraticamente viene quotidianamente sfregiato dai dittatori dell’antifascismo, con il complice silenzio del sindaco Sala e dei democratici paladini della libertà“, ha tuonato Daniela Santanchè. Al ministro del Turismo ha fatto eco Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera, che ha condannato le “scritte infamanti” e ha rispedito al mittente ogni tentativo di intimidazione nella speranza di zittire il partito di maggioranza: “Non ce la farete mai, né voi né i vostri occulti protettori che si rifugiano nel silenzio“. Sarebbe opportuno che il fronte rosso usasse parole nette contro l’ennesima uscita choc che, secondo Foti, potrebbe essere anche “preludio di efferatezze e barbarie di un passato buio che non vorremmo rivivere“.

Condanna unanime per il vile sfregio al murales dedicato a Meloni è stata espressa pure da Augusta Montaruli. Per il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio non c’è spazio per tollerare gesti di questo tipo. “Forse il governo del fare disturba qualcuno nel suo lavorare per l’interesse dell’Italia e degli italiani, non indietreggiando di un millimetro dinanzi alle minacce di quel substrato di facinorosi che pensa di intimidirci.

Lo scandiamo con chiarezza: non ci fermerete“, ha affermato.

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