Blitz di droni ucraini in Russia. E ora Shoigu chiede più armi da mandare al fronte

Blitz di droni ucraini in Russia. E ora Shoigu chiede più armi da mandare al fronte

L’avanzata russa prosegue nel Donbass. Le forze ucraine si sono ritirate da diversi villaggi a ovest di Avdiikva le truppe di Putin ora puntano alla città di Chasiv Yar e Pokrovsk. Un’avanzata lenta e costante, che ha un costo non solo in termini di vite umane ma anche di equipaggiamento. Secondo quanto riferito da Mosca, il ministro della Difesa Sergei Shoigu ha ordinato una maggiore e più rapida consegna di armi in prima linea.

Per mantenere il ritmo richiesto dell’offensiva, è necessario aumentare il volume e la qualità delle armi e dell’equipaggiamento militare fornite alle truppe, principalmente armi”, ha affermato il capo del dicastero del Cremlino dopo un incontro con i vertici del comando militare, durante il quale il capo di Stato maggiore Valery Gerasimov ha consegnato un rapporto sulla situazione al fronte. A differenza dell’Ucraina, la cui sopravvivenza è legata agli aiuti provenienti dai Paesi occidentali, la Russia può contare su un’industria bellica solida e notevolmente ampliata dall’inizio del conflitto, con fabbriche attive ventiquattr’ore su ventiquattro e un personale aumentato di oltre un milione di unità. Nella guerra di produzione, dunque, la Federazione ha un vantaggio notevole e non dovrebbe avere difficoltà nel rifornire i soldati impegnati al fronte.

Da parte loro, le forze di Kiev hanno sì ceduto posizioni nell’est del Paese, ma hanno anche continuato le operazioni in profondità nel territorio nemico. Nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio, dei droni hanno colpito una raffineria di petrolio nella regione di Ryazan, 190 chilometri a sud-est di Mosca. La notizia è stata diffusa dai servizi segreti ucraini: “Come risultato di un’operazione dell’Intelligence della Difesa dell’Ucraina nella notte del primo maggio, un Uav è stato utilizzato per colpire la raffineria di petrolio di Ryazan in Russia”. Il governatore della regione Pavel Malkov ha confermato il raid, ma non ha fornito dettagli e si è limitato a dichiarare che “secondo le informazioni preliminari, non ci sono vittime”.

Dall’anno scorso, gli ucraini hanno lanciato regolarmente velivoli senza pilota nella Federazione, prendendo di mira strutture strategiche come fabbriche, centri logistici e raffinerie. Quest’ultimo blitz ha fatto seguito all’attacco missilistico contro due aeroporti militari nella Crimea occupata, effettuato utilizzando i missili Atacms forniti dagli Stati Uniti.

Stando a quanto dichiarato dal ministero della Difesa di Mosca, ben sei dei dodici o tredici vettori utilizzati durante il raid sarebbero stati abbattuti.

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