“Vogliamo mandare la sinistra all’opposizione”. La Meloni si candida in Europa

“Vogliamo mandare la sinistra all’opposizione”. La Meloni si candida in Europa

Giorgia Meloni, dal palco di Pescara dove si sta tenendo la conferenza programmatica di Fratelli d’Italia, ha annunciato la sua candidatura alle prossime elezioni europee, sciogliendo ogni riserva. “Grazie a una coalizione che sta insieme non per interesse ma per scelte e si vede per i risultati che riesce a portare avanti“, ha esordito il premier. Durante il suo intervento, il premier ha annunciato la candidatura: “Scendo in campo come capolista delle liste di Fratelli d’Italia in tutte le Circoscrizioni“. E poi aggiunge: “Vogliamo mandare la sinistra all’opposizione anche in Europa, come in Italia“. E ribadisce, tra gli applausi: “Quando diciamo mai con la sinistra non è uno slogan a seconda delle convenienze, come altri hanno fatto, ma della nostra identità. Non ci sono mezze misure, prendere o lasciare“.

Il presidente del Consiglio ha poi analizzato dal palco l’attuale situazione politica, con gli schieramenti di maggioranza e opposizione ben delineati e nuove frange che cercano di fare nuovamente capolino. I comunisti autodichiaratisi, con le loro organizzazioni giovanili, stanno tentanto di recuperare la voce e le piazze, spesso con la violenza. Ed è a loro che Meloni si è rivolta: “Ho visto che il partito comunista, lo dico perché esiste ancora, per dire dove stanno i nostalgici dei totalitarismi in Italia, ha presentato un esposto per le autorizzazioni per questa manifestazione. Ma noi chiediamo sempre le autorizzazioni e tendenzialmente non carichiamo le forze dell’ordine e non disturbiamo le manifestazioni degli altri“. E nel suo ragionamento ha osservato che “invece a noi cercano di tappare la bocca ma fatevene una ragione, non è possibile impedirci di parlare di politica“.

Quella politica che ha permesso a Fratelli d’Italia di conquistare i consensi degli italiani e diventare il primo partito in pochi anni. Meloni non ha avuto problemi a ricordare che “alle Europee del 2019 noi abbiamo messo insieme il 6,5% dei consensi, ed era prima la prima volta che ottenevamo un risultato che ci metteva, come dire, al riparo da qualsiasi soglia di sbarramento e che quindi ci metteva al riparo dal rischio che il voto espresso a Fratelli d’Italia fosse un voto che andava disperso“. Per raggiungere quel risultato, prosegue il premier, “ci avevamo messo 6 anni” e ce ne hanno messo tre, prosegue, ad arrivare al “26,5% cioè il risultato che ci ha portato al governo di questa nazione, che ha portato al governo il centrodestra trascinato da Fratelli d’Italia, il movimento dei patrioti italiani. Il grande partito dei conservatori, primo partito d’Italia“.

Il premier, quindi, ha rivendicato il percorso che ha portato il suo partito a essere il primo nelle preferenze degli italiani e mette in guardia tutta la platea, perché “quello che ci siamo guadagnati non è un dato acquisito per sempre, dobbiamo continuare a guadagnarcelo“. Ma la fiducia di cui ora gode il centrodestra appare evidentemente indigesta a una parte del parlamento e “fa tremare i polsi ma non tradiremo quei milioni di italiani che si sono rifiutati credere alle menzogne della sinistra e dei suoi menestrelli, con il campionario delle balle spaziali propagandate dentro e fuori i confini nazionali“.

Dal paco di Pescara, il presidente del Consiglio difende la classe dirigente del suo partito, spesso sotto attacco: “Ecco una splendida diapositiva di risposta a chi dice che sono sola e intorno non ho persone capaci. Inoltre ho visto in questi giorni lo stesso spirito e la stessa passione di quando eravamo un piccolo partito che combatteva solo per riuscire a dire la sua“. Allontana l’idea che Fratelli d’Italia abbia brame di potere perché, spiega, “per noi il potere non sarà mai qualcosa a cui guarderemo con bramosia: l’unica cosa a cui guardiamo sono i nostri principi e la realtà che vogliamo costruire. E questo è un problema per molti perché le idee fanno paura“. Sulla chiarezza, il premier non ha mai giocato al ribasso e anche da Pescata ha continuato a battere sul tema dei migranti, grazie a lei di nuovo centrale in Europa. “Quando abbiamo stretto accordo con Edi Rama apriti cielo, la sinistra ha proposto di cacciarlo dai socialisti europei invece di ringraziarlo per aver agito in nome della solidarietà europea, lo hanno linciato. Addirittura Tele-Meloni, ce l’avete presente no Tele-Meloni?“, Ha spiegato il premier.

L’Italia ha già cominciato a cambiare l’Europa e non mi riferisco solo all’immigrazione, ma anche al coraggio che abbiamo avuto nel mettere in discussione alcuni totem del green deal europeo“, ha spiegato Meloni. Gli osservatori internazionali, sempre molto attenti a tutto ciò che riguarda l’Italia, “sono costretti a prendere atto della solidità della nostra economia, della serietà con la quale il governo sta gestendo i conti pubblici. Dall’insediamento del nostro governo a oggi lo spread che tanto piaceva a molti osservatori, a molti commentatori è sceso di oltre 100 punti base da 236 punti a 131 di ieri, tanto perché doveva schizzare a 600 punti nei sogni diciamo così interessati e un po’ antinazionali dei nostri detrattori“.

Non è mancata una battuta del premier sull’assenza di Matteo Salvini, che è intervenuto con un videomessaggio con accanto la figlia. “Grazie a tutti i leader di centrodestra di essere qui, grazie ad Antonio e grazie a Matteo, anche se ci ha preferito il ponte… Scherzo ovviamente, so quanto è importante trovare tempo e dedicarsi alla famiglia“, ha detto il premier. Non è mancata anche una battuta autoironica sul suo stato di salute, accolta dagli applausi. Da diversi mesi, infatti, il premier è alle prese con un problema di otoliti: “Sapete questa cosa qui che ho nelle orecchie? Bè, sono sul palco ma in realtà è come fossi su un ottovolante.

Se mi vedete sbandare ogni tanto non preoccupatevi: tranquilli, ce la faccio“.

Leave a comment

Your email address will not be published.