Scontro a Viareggio (Lucca) tra il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro e il Pd sulla Festa della Liberazione. I consiglieri comunali dem, infatti, non hanno partecipato all’iniziativa che si è tenuta il 25 aprile scorso.
“Il Partito Democratico di Viareggio è diverso”, ha ironizzato ieri sui social il sindaco della cittadina toscana riferendosi alla scelta dei tre consiglieri che, nel 2022, a due anni dalla sua vittoria elettorale, sono passati all’opposizione. Del Ghingaro, dopo aver ricordato la visita del presidente Sergio Mattarella a Civitella Val di Chiana e il prezzo pagato da Viareggio e dalla Versilia durante la Seconda guerra mondiale, esprime tutto il proprio disappunto per l’assenza di Lega, FdI ma soprattutto del Pd: “Quei consiglieri giovedì, con la loro assenza, hanno fatto rumore perché hanno tradito la memoria. Memoria che è collettiva ma di cui proprio il Partito Democratico, più di altri, si professa erede e testimone”. E, come racconta La Nazione, la base dei dem locali è letteralmente insorta contro quei banchi vuoti e contro gli assenti. Al civico Del Ghingaro, che nel 2015 era stato eletto una prima volta senza il sostegno del Pd locale, i consiglieri comunali probabilmente non riescono a perdonare il fatto che, in occasione delle Comunali di Lucca del 2022, diede il proprio sostegno al candidato del centrodestra (poi eletto sindaco) Mario Pardini. Da allora gli ex alleati sono ai ferri corti.
“Il sindaco continua a mistificare la realtà per creare un caso su una giornata importante come quella del 25 aprile“, scrivono i tre consiglieri del Pd, accusando Del Ghingaro “di diffamare chi non la pensa come lui”. I piddini si lamentano di aver ricevuto l’invito a presenziare all’iniziativa del sindaco solo il giorno prima e spiegano di aver celebrato il 25 aprile diversamente. Questa è la tesi sostenuta in una lunga lettera pubblicata sul Quotidiano Nazionale e firmata dal deputato toscano Marco Furfaro, Filippo Ciucci segretario Pd di Viareggio e da Dario Rossi, capogruppo Pd di Viareggio. Nella lunga missiva, i tre esponenti democratici spiegano, in sostanza, che il 25 aprile è festa di tutti, da non strumentalizzare come ha fatto il sindaco e che si può celebrare ovunque, non necessariamente in consiglio comunale.
“Ricevere accuse sul tema della memoria e dell’antifascismo da chi ha saputo soltanto dividere e seminare odio, è davvero bizzarro e sarebbe ridicolo se non fosse politicamente scorretto“, concludono i tre consiglieri.