“Treni in ritardo? È per cantieri e Pnrr”

Treni, navi e automobili superano l'esame sull'economia circolare

Viaggiare in treno non sempre è un’esperienza felice. Anche se l’Alta velocità collega in meno di tre ore Roma e Milano, consentendo di risparmiare tempo e denaro, purtroppo la frequenza di ritardi e disservizi in tutte le tipologie di trasporto su rotaia sta aumentando a causa dei cantieri connessi all’ammodernamento della rete e alle opere del Pnrr.

Gli ultimi esempi sono rappresentati dai lavori tra Roma e Firenze che tra febbraio e marzo hanno comportato rallentamenti nei weekend, mentre all’inizio di aprile si è risolto (in un solo mese) il problema di una frana che aveva bloccato la linea tra Caserta e Foggia, isolando la Puglia dall’Italia occidentale.

«I disservizi sono dovuti ai numerosi cantieri per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, a cui si aggiungono tutte le grandi opere, incluse quelle del Pnrr del quale siamo la più grande stazione appaltante con 24 miliardi di euro di stanziamenti e finanziamenti per opere già appaltate a oltre 50 miliardi di euro», spiega Dario Lo Bosco nella foto in tondo), presidente di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana, la società della rete del gruppo Fs) e del Polo Infrastrutture del gruppo Ferrovie (che comprende anche Anas). «E il piano industriale 2023-2033 (varato dall’amministratore delegato delle Fs, Luigi Ferraris, ndr) ha programmato ulteriori investimenti per 200 miliardi di euro, di cui 124 miliardi dedicati alle sole infrastrutture», aggiunge. Ultimo ma non meno importante il Ponte sullo Stretto, che è «un’opera strategica per l’ingresso a pieno titolo dell’Italia nei grandi corridoi europei», prosegue Lo Bosco.

Insomma, chi viaggia in treno sia un Frecciarossa un Intercity o un regionale deve aver presente il famoso messaggio «stiamo lavorando per voi». «Presidiamo l’evolversi dei mille cantieri al giorno previsti nel 2024, di cui 600 per le nuove opere e 400 per le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria», afferma Lo Bosco.

L’attenzione è massima, ma il viaggiatore alla fine vede solo i ritardi annunciati dai tabelloni elettronici nelle stazioni. «I nostri sono cantieri complessi perché oltre all’infrastruttura, cioè al binario, si devono realizzare opere d’arte di attraversamento, ponti, viadotti e gallerie», osserva Lo Bosco.

La rete ferroviaria del nostro Paese, lunga 17.600 chilometri, è caratterizzata da oltre 23mila ponti e viadotti e 1.670 gallerie. Il lavoro, quindi, non è semplice perché «transitano in media 400 milioni di passeggeri all’anno e 100 milioni di tonnellate di merci». Con gli anni si è poi modificata la domanda e da un treno ad Alta velocità ogni 15 minuti si è passati a uno ogni cinque minuti e questo implica la congestione dei nodi di Milano e di Roma.

Quando si attende impazientemente la partenza in stazione o quando il proprio treno si ferma nella brughiera per attendere che un altro convoglio passi, le statistiche sulle manutenzioni non rappresentano il primo pensiero del viaggiatore. Tanto più che nell’estate 2023 si sono accumulati una serie di interventi sulla rete, resi possibili dal minor traffico di pendolari, che ha indispettito non poco i turisti in viaggio.

Chi ci garantisce che anche il 2024 non sia così? «Qualsiasi processo di interruzione del traffico va concertato con le Regioni per poter minimizzare i rischi di ritardi», replica Lo Bosco ricordando la necessità di «un intervento massiccio sulla rete ferroviaria che ha una vetustà talvolta superiore ai 60 anni» e quindi richiede anche adeguamenti tecnologici. Ad esempio, entro il 2036 Rfi punta a installare sull’intera rete il sistema di segnalamento Ertms. «Siamo stati i primi in Europa a dotarci di questo sistema che consente non solamente di gestire, ma anche di controllare in sicurezza la circolazione ferroviaria», evidenzia il presidente di Rfi.

Per ogni intervento, sottolinea ancora Lo Bosco, «dobbiamo interrompere l’esercizio perché i cantieri devono svolgersi nella massima sicurezza in base al protocollo di prevenzione del rischio» elaborato insieme ad Ansfisa (l’agenzia per la sicurezza sulle reti ferroviarie e stradali). Rfi, inoltre, si è dotata di sistemi di progettazione digitali Bim 4D e 5D che consentono il controllo dei tempi e dei costi dei cantieri. «Abbiamo costruito un drone di terra per valutare la qualità degli interventi e abbiamo realizzato un treno per la diagnostica predittiva che consente di valutare la possibilità di insorgenza di danni sulla rete», rimarca Lo Bosco. Ritardi e disservizi sono destinati progressivamente a terminare.

Sono il prezzo da pagare oggi per un’Italia dei trasporti ancora migliore, domani.

Leave a comment

Your email address will not be published.