In Ucraina arrivano gli Atacams dagli Usa. Come cambia la guerra

In Ucraina arrivano gli Atacams dagli Usa. Come cambia la guerra

Di Atacams si parla fin dall’inizio della guerra in Ucraina. Ma è in queste ultime ore che sarebbe avvenuta davvero la svolta. Due giorni fa, infatti, il Consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, ha rivelato che il presidente Joe Biden ha inviato segretamente missili a lungo raggio Atacms in Ucraina nel marzo scorso. Sullivan ha aggiunto che gli Stati Uniti “ne invieranno altri“.

La decisione Usa sugli Atacams: perché ora

La prima volta che il presidente Biden aveva menzionato la possibilità di inviare missili Atacams in Ucraina era stata nel luglio dello scorso anno, durante il vertice della Nato a Vilnius: in quell’occasione però, Washington scelse di dare priorità all’invio di artiglieria, che in quel preciso momento stava facendo la parte del leone sul campo di battaglia.

La notizia, a onor del vero, ha sorpreso davvero pochi. Da tempo trapelata sui media, è stata poi confermata in una conferenza stampa alla Casa Bianca. Sullivan ha spiegato che Biden ha ordinato ai suoi uomini a febbraio di fornire all’Ucraina “un numero significativo” di Atacams, ma solo perché fossero utilizzati “all’interno del territorio ucraino” e non contro la Russia. Un mese dopo, a marzo, quei missili sono stati consegnati all’Ucraina, ha rivelato Sullivan. Sebbene la notizia non fosse stata resa pubblica all’epoca, questi missili erano inclusi in un pacchetto di aiuti militari del valore di 300 milioni di dollari che Biden ha approvato il 12 marzo scorso. Il presidente Usa ha scelto di approvare la spedizione dopo che l’intelligence statunitense aveva concluso che la Russia aveva utilizzato missili a lungo raggio provenienti da altri Paesi, in particolare dalla Corea del Nord, nei crescenti attacchi russi contro le infrastrutture civili ucraine.

L’impegno di Kiev sull’utilizzo corretto degli Atacams

Sullivan ha dribblato saggiamente le domande sul numero esatto di missili inviati alle forze ucraine, anche se ha assicurato che ne verranno inviati altri, soprattutto ora che il Congresso ha approvato un pacchetto di aiuti esteri che comprende 61 miliardi di dollari per Kiev. Il dibattito sull’invio di missili Atacams in Ucraina andava avanti da mesi all’interno dell’amministrazione Biden: il timore era quello di gettare benzina sul fuoco dell’escalation con Mosca e che l’Ucraina li avrebbe usati per attaccare obiettivi all’interno della Russia. Durante la conferenza stampa, a Sullivan è stato chiesto se esiste ancora il timore che l’Ucraina attacchi la Russia con gli Atacams: l’esecutivo americano, tuttavia, ha confermato di aver ricevuto specifiche garanzie dagli ucraini che queste armi verranno utilizzate solo nel loro territorio, ricordando che l’esecutivo ucraino ha preso questi impegni già in passato, ad esempio con gli Himars, la cui gittata è di circa circa 80 chilometri.

Secondo il presidente Biden si tratta quindi di un investimento anche nella sicurezza degli Stati uniti perché “quando i nostri alleati sono più forti, noi siamo più forti“, ha dichiarato. Un’approvazione che sarebbe dovuta arrivare “prima” e “in maniera più semplice”, ma “alla fine ce l’abbiamo fatta“, dichiara ancora. Il Pentagono fa sapere che il valore stimato del primo pacchetto di armamenti che sarà inviato, la 56esima tranche di attrezzature che l’Amministrazione Biden fornisce all’Ucraina dalle scorte del Dipartimento della Difesa a partire dall’agosto 2021, è di un miliardo di dollari. Al suo interno “capacità per supportare i requisiti più urgenti dell’Ucraina, tra cui intercettori della difesa aerea, proiettili di artiglieria, veicoli corazzati e armi anticarro“.

Perchè gli Atacams cambiano l’assetto della guerra

Ma perché questa fornitura segnerebbe la svolta? Fiore all’occhiello della Lockeed-Martin, gli Atacams forniti in questa tranche possono essere lanciati da circa 300 km. Secondo quanto riportato gli ucraini avrebbero già usato queste armi (nella loro versione a medio raggio) in due occasioni, colpendo in profondità oltre le linee russe, nella fattispecie su una base aerea russa in Crimea (la scorsa settimana) e in un’altra “aerea occupata” non specificata.

Tutto questo permetterà a Kiev di poter colpire siti di stoccaggio, hub logistici e basi all’interno delle zone occupate con una maggiore profondità e con un migliore margine di sicurezza. La svolta che avrebbe fatto optare gli Usa per la decisione finale sarebbe stata la fornitura nordcoreana alla Russia, che ha fatto temere il peggio per la resistenza ucraina. Così Biden ora promette un invio “immediato” nel giro di “poche ore” e lancia un duro avvertimento a Vladimir Putin. “Se attaccasse un alleato della Nato, non avremmo altra scelta che intervenire in suo aiuto” afferma spiegando il motivo per cui gli Stati Uniti stanno sostenendo Kiev, ovvero impedire che Putin trascini Washington “in una guerra in Europa“.

Con la famigerata offensiva russa che potrebbe giungere tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, la fornitura americana potrebbe ribaltare le sorti del conflitto nei prossimi mesi, o quantomeno rallentare l’avanzata russa che rischia di far crollare il fronte orientale.

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