L’annuncio del cancro di Re Carlo III, lo scorso 5 febbraio e il discorso del 22 marzo 2024 con cui Kate Middleton ha rivelato di avere la stessa patologia hanno suscitato in tutto il mondo un’ondata di affetto e solidarietà nei confronti della principessa e della royal family britannica. Queste tristi notizie hanno avuto anche un risvolto positivo: sensibilizzare le persone sul tema generale della malattia e del dolore sia fisico sia psicologico. Carlo e Kate, però, non sono stati i primi royal a raccontare i loro problemi di salute, le loro sofferenze, discostandosi dal modello di sovrani e principi che hanno preferito tacere per mantenere integra l’immagine di regnanti forti e apparentemente inattaccabili. Da Letizia di Spagna a Charlene sono state molte le Regine e le principesse che non hanno avuto paura di mostrarsi fragili, di chiedere aiuto.
La battaglia di Kate
“A gennaio ho subìto un importante intervento chirurgico all’addome…e all’epoca si pensava che la malattia non fosse di origine tumorale…Tuttavia i test effettuati dopo l’operazione hanno rilevato la presenza di un cancro”. Così Kate, dopo settimane di assedio social e da parte dei tabloid, ha deciso di raccontare la sua malattia, pur non rivelando la natura del tumore, mettendo finalmente a tacere le speculazioni sul suo conto. Avrebbe scritto lei il discorso del 22 marzo 2024 e a quanto pare la decisione di rivelare le sue reali condizioni di salute sarebbe arrivata “due settimane prima di rilasciare la dichiarazione pubblica”, ha scritto alla Bbc Victoria Newton, editor del Sun. I lunghi mesi senza aggiornamenti dal Palazzo hanno generato una specie di tsunami di fake news e smania incontrollata (e a tratti perfino invadente) di informazioni fermati da Kate con una semplice ragionamento di buon senso: “Ci è voluto del tempo per spiegare tutto a George Charlotte e Louis in modo appropriato…”.
“Una forma di cancro”
Sembra che la principessa del Galles abbia acconsentito a svelare il suo problema dopo aver visto la marea di messaggi di auguri di pronta guarigione e di solidarietà che ha letteralmente inondato Buckingham Palace dopo la notizia del tumore di Carlo III. Il sovrano, però, ha preferito lasciare che fosse proprio il Palazzo reale, attraverso un comunicato, a dare l’annuncio della malattia lo scorso 5 febbraio: “…Esami diagnostici hanno evidenziato una forma di cancro. Sua Maestà ha iniziato…un programma di trattamenti regolari”. Neppure Carlo ha precisato la natura del tumore, creando come la nuora un confine molto netto tra il suo ruolo pubblico, che gli impone un certo grado di sincerità con i cittadini britannici e la sfera privata, tra i doveri di Re e i diritti personali.
L’annus horribilis di Charlene
Il 2021 fu l’annus horribilis di Charlene di Monaco. Nel marzo di quell’anno la principessa si recò in Sudafrica, suo Paese natale, per sostenere la sua fondazione, impegnata nella salvaguardia dei rinoceronti, ormai in via d’estinzione a causa della piaga del bracconaggio e per partecipare al funerale del Re degli Zulu Goodwill Zwelithini. In quel frangente Charlene venne colpita da un’infezione a orecchie, naso e gola. “Ha subìto procedure multiple e complicate”, disse Palazzo Grimaldi, mentre un insider dichiarò a Page Six che la malattia, “ha provocato gravi problemi ai seni nasali e alla deglutizione derivanti da un precedente intervento chirurgico”. Charlene “non è stata in grado di mangiare cibo solido per oltre sei mesi…ha assunto liquido attraverso una cannuccia, per questo ha perso metà del suo peso”. La principessa dovette rimanere in Sudafrica per curarsi e saltò persino i festeggiamenti per il suo decimo anniversario di nozze, il 2 luglio 2021.
“Come tutti abbiamo delle fragilità”
I media e molte persone, però, non avrebbero creduto alla storia dell’infezione, convinti che il matrimonio tra Charlene e Alberto fosse in crisi. Servirono a ben poco le dichiarazioni della coppia in merito. Neppure il ritorno a casa della principessa, nel marzo 2022, placò le indiscrezioni. Alcuni sostenevano che Sua Altezza Serenissima stesse cercando casa a Johannesburg, altri che tra lei e il principe vi fosse un accordo milionario per salvare le apparenze. Solo il tempo e il graduale ritorno ai doveri di corte di Charlene smorzò il clamore attorno a Palazzo Grimaldi. Contribuì ad allentare la pressione anche una dichiarazione toccante della principessa, arrivata nel maggio 2022 su Nice-Matin. Frasi che oggi suonano quasi profetiche anche alla luce di ciò che è accaduto a Kate: “[La mia salute] è ancora fragile…il cammino è stato lungo, difficile e molto doloroso…è spiacevole che alcuni media spaccino questi pettegolezzi sulla mia vita…noi siamo esseri umani come tutti e come tutti abbiamo emozioni e fragilità”.
La malattia incurabile di Mette-Marit
Il 24 ottobre 2018 il Palazzo reale di Oslo comunicò che Mette-Marit, sposata con il principe ereditario Haakon dal 2001 e mamma di tre figli, è affetta da fibrosi polmonare cronica. Una malattia incurabile che ha portato la principessa a diradare i suoi impegni pubblici. “Per un certo numero di anni ho avuto problemi di salute ricorrenti e adesso conosciamo meglio la loro origine. Sebbene una simile diagnosi limiterà la mia vita a un certo punto, sono contenta che la malattia sia stata scoperta così presto. Il mio obiettivo è continuare a lavorare”, dichiarò la futura Regina, che ricevette la diagnosi a 45 anni. Un caso raro, visto che di solito i pazienti con la fibrosi polmonare cronica hanno superato i 60 anni. La principessa si accorse che qualcosa non andava quando “iniziai a sudare e ad avvertire nausea” e “se muovevo la testa velocemente, vedevo tutto girarmi attorno”. Mette-Marit, però, ha saputo trovare un lato positivo in tutta questa vicenda, come disse durante un’intervista alla NRK nell’agosto 2023, la televisione pubblica norvegese: “Ci sono tante cose difficili e dolorose in questa malattia, ma allo stesso tempo c’è qualcosa di bello, perché ritrovi te stessa. È un’opportunità per vivere più lentamente e scoprire quali cose ti donano energia e quali te la tolgono. Ho imparato…a scoprire cosa posso fare entro i miei limiti”.
La depressione di Masako
“[Masako soffre] di un disturbo dell’adattamento”, causato dalla depressione, dichiarò nel 2004, senza mezzi termini, il marito Naruhito. Masako rimase lontano dalla vita pubblica per ben dieci anni. Qualcuno sostenne che la sua depressione sarebbe stata causata dalle rigide regole di Palazzo e, in particolare, dalle pressioni che l’imperatrice, di origini borghesi, avrebbe subìto affinché mettesse al mondo un erede al trono maschio. Il 9 dicembre 2018, in occasione del suo compleanno e circa un anno prima dell’incoronazione (avvenuta il 22 ottobre 2019), Masako raccolse tutto il suo coraggio e raccontò le sue fragilità, le speranze e le paure legate al futuro da imperatrice: “Quando penso ai giorni che verranno mi sento insicura e penso a quanto potrò essere utile. Vorrei dedicare tutta me stessa al sostegno di Sua Altezza Reale e impegnarmi davvero per la felicità della gente. Vorrei continuare a dedicarmi alla mia salute, in via di miglioramento e dedicarmi ai doveri che mi attendono”.
Victoria di Svezia e l’anoressia
Per Victoria di Svezia la diagnosi di anoressia e bulimia arrivò nel 1996. Essere l’erede al trono, affrontare le pressioni esterne avrebbe finito per logorare la principessa, che nel 1997, dopo aver posticipato l’inizio degli studi all’Università, si trasferì negli Stati Uniti per curarsi. Nel novembre dello stesso anno il Palazzo annunciò che Victoria soffriva di disturbi alimentari: “Negli Stati Uniti ho ricevuto un aiuto professionale…ho imparato a dare parole ai sentimenti e quindi a stabilire dei limiti…Volevo sempre fare ed essere molto più di quanto effettivamente potessi fare ed essere”, rivelò la principessa in un’intervista in occasione dei suoi 40 anni, citata dal Daily Mail. Quel periodo, però, non riservò solo dispiaceri. In palestra, durante gli allenamenti consigliati dai medici, Victoria conobbe il suo futuro marito, il personal trainer Daniel Westling. I due si sposarono il 19 giugno 2010 ed ebbero due figli.
L’erede al trono ha fatto della sensibilizzazione sui temi dell’anoressia e della bulimia il centro della sua attività filantropica.