Clima teso a Roma davanti alla Piramide di Ostiense, dove si sono trovati contrapposti i sostenitori della Palestina e quelli della Brigata ebraica. Complicato il lavoro delle forze dell’ordine, che stanno tenendo separate le due fazioni. Numerosi gli insulti e le minacce che sono piovute da una parte e dall’altra. È stato esploso qualche petardo e sono volati dei barattoli di generi alimentari. La brigata ebraica ha convocato i suoi in piazza Vittorio Bottego, per deporre una corona e unirsi al corteo dell’Anpi, gli studenti e le organizzazioni palestinesi si sono riuniti poco distante.
Per questione di ordine pubblico, la polizia ha sciolto la manifestazione delle Brigate ebraiche, confidando nel buon senso. Tuttavia, le continue provocazioni provenienti dalla parte opposta hanno scaldato gli animi e non sono mancati momenti di tensione, contenuti con difficoltà dalle forze dell’ordine e dagli stessi organizzatori. Il cordone di polizia schierato a tutela dell’ordine pubblico è imponente, dallo schieramento pro-Palestina non cessano le provocazioni in cerca dello scontro con la parte opposta. Da parte della Brigata ebraica diverse sono state le richieste di sciogliere la manifestazione pro-Palestina al pari della loro, ma per il momento gli agenti hanno scelto un’altra strada per la gestione di una situazione incandescente.
Alcuni componenti di questo schieramento hanno più volte tentato di superare il cordone delle forze dell’ordine per raggiungere i manifestanti pro Palestina. “Fino a che loro non se ne vanno noi restiamo qui“, è il grido dei manifestanti pro Palestina dall’altro lato della piazza. Lo schieramento ebraico ha accettato, non senza polemica, di lasciare la piazza, accompagnato dalla polizia, e non ci sono stati scontri ma solo qualche momento di tensione. Nelle prossime ore, secondo quanto si apprende, verranno analizzati gli istanti in cui sono stati lanciati sassi e altri oggetti.
Momenti di tensione da parte dei sostenitori della Palestina si sono registrati nel momento in cui la polizia, per evitare che il corteo raggiungesse obiettivi sensibili, ha deciso di fermarlo. Durante la manifestazione non sono mancati i cori contro gli agenti, gli sputi e gli sfottò contro il cordone di polizia posizionato lungo tutta la linea.
Nel frattempo, all’Altare della Patria Sergio Mattarella e Giorgia Meloni, insieme a Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, hanno deposto la corona d’alloro al sacello del Milite ignoto. Il Capo dello Stato, non rinunciò all’omaggio al Vittoriano neanche durante il lockdown, quando si recò da solo a piazza Venezia. Le immagini di quell’omaggio sono entrate nei libri di storia per la forza evocativa. E oggi, purtroppo, si assiste a scene di violenza nelle piazze tra chi tenta di strumentalizzare la commemorazione della Liberazione d’Italia dall’occupazione. Dopo l’omaggio al milite ignoto, il presidente della Repubblica si sposterà a Civitella in Val di Chiana, in Toscana, scelta quest’anno per la celebrazione del 25 aprile.
Qui, nel 1944, i nazisti trucidarono 244 persone.