Giuseppe Conte non guarda in faccia nessuno, nemmeno i presunti alleati. L’autoproclamato avvocato del popolo è protagonista di una campagna elettorale per le europee piuttosto muscolare e non fa sconti nemmeno a Elly Schlein, segretaria di quel Partito Democratico spesso alleato dei pentastellati alle amministrative. Ma la scelta dell’ex vice di Bonaccini di scendere in campo per il voto di giugno è stata letteralmente stroncata dal giurista: “Per il M5s non è pensabile che tu chiedi voti, esibisci il tuo nome e poi non ti candidi. Non riguarda Schlein e che per noi non è pensabile, significa prendere in giro i cittadini”, questo il suo j’accuse ai microfoni di “In mezz’ora”.
Un attacco frontale, l’ennesimo, soprattutto dopo la clamorosa rottura in Puglia. Un atteggiamento che rispecchia la voglia dei 5 Stelle di superare il Pd nei consensi, ipotesi tutt’altro che remota secondo gli ultimi sondaggi disponibili. Conte ha ribadito di non avere alcuna intenzione di candidarsi alla tornata di giugno, rivendicando il solito ritornello dell’onestà-onestà. Il clima tra i due partiti è rovente, nonostante il tentativo della Schlein di nascondere la polvere sotto il tappeto. Anche negli scorsi giorni la segretaria dem ha minimizzato i continui affondi da casa 5 Stelle: “Non sono un problema le sue ambizioni, la gente ci chiede di costruire l’alternativa al governo più a destra della storia d’italia che colpevolizza la povertà e fa una scelta vergognosa, l’autonomia differenziata per spaccare l’Italia in due, non mettendo un euro su quella riforma dal sapore secessionista della Lega che così realizza il suo antico sogno di spaccare l’Italia”, la sua versione a “La Repubblica delle idee”.
Dal campo largo alle liti di condominio il passo è breve, e Conte non sembra intenzionato a ricucire lo strappo almeno per il momento. L’accozzaglia giallorossa può aspettare, considerando che alle europee ognuno corre per sè e le barricate anti-fasciste non servono (anche se il Pd – privo di argomenti – le ripropone ogni quarto d’ora). I problemi sono visibili ad occhio nudo, a partire dalla distanza sui principali dossier politici – dalle crisi internazionali alla giustizia – ma non è da escludere l’ennesimo ritorno di fiamma tra amministrative e politiche.
Anche perchè il Pd sembra disposto a tutto, anche a regalare altri consensi, pur di puntare su Conte.