I Kompagni impongono il pensiero unico

I Kompagni impongono il pensiero unico

Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l’altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori “l’altro”. Il parlamento è il nuovo Squid Game.

I fascisti non stanno a Palazzo Chigi o nei ministeri, nei palazzoni romani. I fascisti militano nelle università italiane e indossano il fazzoletto rosso. Si moltiplicano anche in Europa, a Bruxelles. Anzi, chiamiamoli con il loro nome: comunisti. Si, perché è quella la loro natura. In nome dell’antifascismo impugnano striscioni, indossano caschi e usano bastoni per imporsi. Per imporre agli altri il loro pensiero. Come accaduto in questi giorni nelle università italiane. Lottano contro il sistema prevaricando. Lottano con violenza. Verbale e fisica. Sono loro gli amanti del regime, del totalitarismo.

Il pensiero deve essere unico, se sei di centrodestra o un liberale non puoi parlare. Non va bene, non hai diritto di parola. Prova provata sta nei fatti, nella cronaca che, anche attraverso le pagine virtuali del nostro giornale, vi raccontiamo ogni giorno. In particolare dal giorno in cui si è insediato il governo di Giorgia Meloni. Non esiste confronto, discussione, dibattito. Con loro non esiste libertà di pensiero. In nome della democrazia si ergono a difensori dei diritti. Senza rispettarli i diritti, nemmeno quelli fondamentali. Se ne fottono dell’articolo 21 della Costituzione. Dove sta scritto che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione?” Per loro non esiste! La pensi in modo diverso dalle loro idee? Allora devi tacere, indossare il bavaglio.

“I fatti della Sapienza ci parlano di un mondo al contrario” ci dice Mario Benedetto, collega e professore universitario alla Luiss. “Ovviamente non è una citazione – dice Benedetto – ci parlano di un modo dove un luogo di formazione e di dibattito viene trasformato in luogo di pensiero unico e assolutista da parte di chi dovrebbe essere interessato al confronto e al dibattito”.

*ASCOLTA IL PODCAST E IL PENSIERO (NON UNICO) DI MARIO BENEDETTO*

Questo accade nelle università italiane e non solo. Anche in Europa, a Bruxelles, nel cuore della democrazia occidentale. Pensate, il comune della capitale Belga, con violenza di Stato, ha messo a tacere la voce dei conservatori europei riuniti come ogni anno. Un atto da Gestapo, che riporta la mente agli anni 40, ai tempi di Adolf Hitler. Messi a tacere perché di destra, anzi estrema destra a loro dire. La realtà è che forse, quella destra conservatrice, oggi più che mai, alle porte delle elezioni europee, fa paura. Cresce nei sondaggi e diventa un pericolo per l’establishment europeo. Così si è pensato bene di interrompere e di fare irruzione nella sala che ospitava l’evento. Lì c’era anche Francesco Giubilei, nostro collega. Ogni giorno, anche lui, scrive sulle colonne de ilGiornale.

*ASCOLTA IL PODCAST E LA TESTIMONIANZA DI FRANCESCO GIUBILEI*

Francesco, cosa è successo?

“Ma a Bruxelles è successo qualcosa che sinceramente in tanti anni di conferenze ed eventi non avevo mai visto e non lo aveva mai visto nessuno dei presenti…”

Perché secondo te?

“C’è un problema di intolleranza, di mancanza di democrazia, di mancanza di rispetto. Non c’è la libertà di espressione e che ciò avvenga nella capitale dei valori, della solidarietà, dell’Europa e dell’europeismo è ancora più grave. Pensavamo di aver organizzato una conferenza a Bruxelles ma ci siamo accorti di essere a Caracas, a Pechino. Le modalità portate avanti dalla municipalità di Bruxelles sono modalità portate avanti dalle dittature”.

Il rischio è alto. Non esiste un pensiero corretto, giusto. Unico. Esiste il pensiero. E ognuno di noi, fino a prova contraria, e compagni permettendo, può pensarla a modo proprio. Nel rispetto delle leggi.

Cosa che ai sinistri pare non piacere.

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