All’indomani delle richieste di chiarimenti da parte del ministero dell’Ambiente sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, interviene il leader leghista e titolare delle Infrastrutture, Matteo Salvini che dell’opera ha fatto la sua bandiera politica: «Vado avanti dritto e conto che entro 30 giorni la società Stretto di Messina dia le risposte a tutte le osservazioni fatte dagli altri ministeri: l’obiettivo, lo ribadisco, è arrivare all’avvio dei lavori entro l’estate 2024».
Il Mase nell’ambito della conferenza dei servizi sull’opera ha chiesto 239 integrazioni di documenti alla concessionaria Società Stretto di Messina Spa, perché quelli presentati relativi al progetto sarebbero stati insufficienti e non aggiornati per le varie procedure di valutazione dell’opera, compresa quella dell’impatto ambientale (Via) che spetta allo stesso ministero. Quello dei Trasporti invece conferma in una nota che «le integrazioni saranno fornite entro 30 giorni: si tratta della normale procedura ed è corretto approfondire tutti gli aspetti di un’opera che sarà unica al mondo». Ieri ha risposto anche l’ad della società, Pietro Ciucci: le richieste di chiarimenti «sono assolutamente congrue, per l’entità e complessità dell’opera e per le relative interazioni con il territorio e le varie componenti ambientali – spiega – E anche in questa fase di ripresa del progetto sarà profuso ogni sforzo per ridurre al minimo gli impatti dell’opera. Nei 30 giorni previsti dal procedimento – assicura – la Stretto di Messina, insieme a Eurolink, predisporrà tutte le integrazioni richieste». Il progetto vale 13,5 miliardi e comprende 13 siti ambientali protetti. Attacca il Pd, con la capogruppo alla Camera, Chiara Braga: «Hanno riesumato un progetto che non aveva mai superato il vaglio della compatibilità ambientale con una serie di forzature procedurali e legislative, cercando di aggirare le norme vigenti».
La vice ministra all’Ambiente, Vannia Gava (nella foto), spiega invece a Il Giornale che «dal Ministero dell’Ambiente non è giunta alcuna bocciatura. Il progetto va avanti nel rispetto delle procedure ambientali previste. È assolutamente naturale che la Commissione Via sollevi la necessità che vengano maggiormente chiariti alcuni aspetti, a maggior ragione se lavoriamo sull’aggiornamento di un progetto esistente. Lo si è fatto, peraltro, per tutti i progetti strategici per il Paese già conclusi. Si aggiunga che il Ponte riguarda due regioni, quindi, molto banalmente, la cifra risulta raddoppiata.
Questo ministero ha cambiato approccio e visione, non più quello che blocca, ma quello che accompagna la crescita, cercando di contemperare, in maniera pragmatica, le esigenze ambientali con quelle dello sviluppo del Paese».