I migranti, le Pmi, l’università: il piano Mattei di Meloni a Tunisi

I migranti, le Pmi, l'università: il piano Mattei di Meloni a Tunisi

Piano Mattei, un impegno comune “contro lo schiavismo del terzo millennio” e una collaborazione più stretta sul tema strategico dell’energia. Giorgia Meloni ha incontrato il presidente della Tunisia, Kais Saied, e ha siglato almeno tre intese “molto importanti in occasione dell’incontro bilaterale svolto a Tunisi al palazzo presidenziale di Cartagine. Nell’ambito della sua quarta visita alla capitale del Paese africano, da quando è presidente del Consiglio, la premier italiana ha anche voluto sottolineare il nuovo rapporto, anche personale, con il presidente tunisino, con un approccio da pari a pari che “muove dal reciproco interesse“.

Firmati tre accordi tra il governo Meloni e Tunisi

Al termine del faccia a faccia istituzionale, durato circa un’ora, si è svolta la cerimonia per la firma degli accordi. Uno di questi – come viene spiegato – è un Memorandum d’Intesa tra il ministero dell’Università e della ricerca italiano e quello tunisino dell’Insegnamento superiore e della ricerca scientifica, siglato per l’Italia dalla ministra Anna Maria Bernini. Viene poi sancito un accordo per il sostegno al bilancio generale dello Stato tunisino, siglato dal viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli. E infine le Convenzioni finanziarie per la concessione di una linea di credito in favore delle Pmi, a firma del presidente di Simest e direttore degli Affari europei e internazionali di Cdp, Pasquale Salzano.

Questi accordi dimostrano ancora una volta quanto “la collaborazione con la Tunisia sia per l’Italia assolutamente una priorità da molti punti di vista – ha dichiarato una Meloni più che soddisfatta –. Ed è anche un tassello del lavoro che l’Italia sta portando avanti con il Piano Mattei per costruire con le nazioni africane una cooperazione su base paritaria e che sia finalmente vantaggiosa per tutti“. Del resto lo Stato governato da Saied è considerato decisivo per la stabilità del Mediterraneo e del Nord Africa: “Nei primi mesi del 2024 gli arrivi dalla Tunisia sono calati del 60%“, afferma ancora Meloni

La battaglia comune sull’immigrazione

Tra i dossier più corposi che sono stati messi sul tavolo c’è quello relativo all’immigrazione, la cui collaborazione bilaterale ha dato i suoi frutti importanti per i quali Meloni ha ringraziato le autorità tunisine. Rimane quindi fondamentale che il governo tunisino continui nell’azione di contrasto al traffico e alla tratta di esseri umani e di contenimento delle partenze irregolari. “Vogliamo coinvolgere le organizzazioni internazionali e lavorare sui rimpatri – ha detto ancora il capo del governo italiano – ma vogliamo lavorare soprattutto sui flussi regolari così come abbiamo fatto con un decreto che consente a circa 12mila cittadini tunisini formati di poter venire legalmente in Italia. Penso che si possa fare anche l’immigrazione legale“. È perciò fondamentale “che insieme lavoriamo per continuare a combattere gli schiavisti del terzo millennio e le organizzazioni della mafia che pensano di poter sfruttare legittime aspirazioni di chi vorrebbe una vita migliore per fare soldi facili“, ha aggiunto.

I passi successivi al memorandum

Illustrando i contenuti dei tre protocolli firmati a Tunisi, Giorgia Meloni ha poi acceso l’attenzione sul tema energetico, “una delle materie sulle quali la cooperazione tra Italia e Tunisia deve continuare a rafforzarsi“. La premier ha sottolineato il successo del lavoro italiano che ha portato la collaborazione con Tunisi a diventare una priorità anche per l’Unione europea. “Sono molto fiera del lavoro che abbiamo portato avanti e che ha contribuito alla firma del memorandum con la Ue“, ha detto al termine dell’incontro con Saied annunciando che nelle prossime settimane verranno firmate molte altre intese. In Tunisia saranno presenti infatti i ministri Crosetto, Sangiuliano, Valditara. “C’è una presenza costante del governo italiano“, conclude Meloni.

Saied: “Tunisia non sia destinazione o punto transito”

Dopo l’incontro, Kais Saied ha riaffermato in una nota ufficiale la ferma posizione della Tunisia che rifiuta “di essere destinazione o punto di transito nei confronti per gli immigrati irregolari“. Saied ha chiesto l’adozione di un “approccio collettivo al tema dell’immigrazione e la lotta contro le reti di tratta di esseri umani e gli organi umani nel Mediterraneo, ricordando, tra l’altro, che la Tunisia, che si aggrappa ai valori umani, ha fatto grandi sforzi per prendersi cura degli immigrati irregolari“, ma tuttavia non può, come nessun Paese fondato sulla legge, accettare “situazioni illegali sul proprio territorio“. Il presidente tunisino ha sottolineato, prosegue il comunicato, che gli immigrati irregolari sono “vittime di un sistema economico globale, di cui la Tunisia non è stata una delle cause, bensì una delle vittime.

Inoltre, questi flussi verso il nostro Paese in questo modo ne testimoniano chiaramente l’esistenza delle organizzazioni che stanno dietro di loro“.

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