Putin e la strategia del tritacarne: cosa succede ai soldati al fronte

Putin e la strategia del tritacarne: cosa succede ai soldati al fronte

Erano da poco passate le 9.00 di questa mattina quando Ukrainska Pravda ha diffuso la notizia secondo di un attacco su Chernihiv, nel nord dell’Ucraina, da parte delle forze armate russe. Chernihiv si trova a circa 150 km a nord della capitale Kiev, vicino al confine con Russia e Bielorussia e ha una popolazione di circa 250mila persone. Il bombardamento giunge quando la guerra è entrata ormai nel suo terzo anno e si avvicina a quello che potrebbe essere un momento critico.

I numeri dell’attacco a Chernihiv

Fin dalle prime notizie riportate dal sindaco Oleksandr Lomako è stato subito chiaro che il numero dei morti e dei feriti sarebbe stato destinato a salire: a ora si contano 17 morti e decine di feriti, tra cui diversi bambini che stanno trovando assistenza e cure in diversi ospedali della città. Non è ancora chiara l’esatta dinamica dell’attacco ma, come riporta il sindaco e alcuni testimoni, questa mattina alle 9.03 si sono udite tre esplosioni, non nella parte centrale della città ma in un quartiere densamente popolato.

Distrutti anche una scuola e un ospedale, mentre si cercano altre vittime sotto le macerie. Tre missili da crociera Iskander di Mosca hanno colpito un’area del centro della città, distruggendo un edificio di otto piani e causando anche 61 feriti, tra cui tre bambini. Danneggiati anche quattro grattacieli, un ospedale, un istituto di istruzione superiore e decine di automobili.

Kiev chiede supporto alla difesa aerea dopo Chernihiv

L’attacco sui civili di questa mattina torna a gettare benzina su fuoco sul controverso tema dell’assistenza militare a Kiev da parte dei Paesi occidentali. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, dopo l’attacco missilistico, punta subito il dito verso ovest: “Tre giorni fa in Medio Oriente abbiamo visto in cosa consista una protezione affidabile delle vite umane dai missili – ha detto Kuleba, riecheggiando quanto detto ieri anche dal presidente ucraino Volodymyr ZelenskyI partner dell’Ucraina hanno i mezzi necessari per aiutarci a salvare vite ucraine con lo stesso livello di efficienza“. “Queste persone innocenti non sarebbero state uccise o ferite se l’Ucraina avesse avuto sufficienti capacità di difesa aerea“, ha detto Kuleba. Il ministro ha poi ringraziato la Germania per aver deciso il 13 aprile scorso di inviare all’Ucraina un altro sistema Patriot, sollecitando “gli altri partner a seguire l’esempio durante gli incontri con gli alleati del G7 in Italia questa settimana“.

Pieno sostegno a Kiev dal Segretario della Nato Jens Stoltenberg, mentre più di qualche alleato nicchia sul punto. L’Ucraina “ha bisogno di più” aiuti militari. “Ecco perché se gli alleati si trovano di fronte alla scelta tra il raggiungimento degli obiettivi di capacità della Nato e la fornitura di maggiori aiuti all’Ucraina, Il mio messaggio è chiaro: inviate di più in Ucraina“. Stoltenberg lo ha ribadito oggi a Bruxelles ricevecendo i primi ministri di Danimarca, Olanda e Repubblica Ceca. “La Danimarca – ha aggiunto- è un ottimo esempio, ha fornito tutta la sua artiglieria agli ucraini, Ma ha anche piani chiari per ricostituire le scorte nazionali. Nel nostro incontro di oggi abbiamo convenuto che la Nato dovrebbe avere un ruolo maggiore nel coordinare l’assistenza alla sicurezza e la formazione per l’Ucraina. Siamo inoltre d’accordo sul fatto che l’Ucraina necessita di un sostegno finanziario prevedibile a lungo termine. E continueremo a lavorare su questo aspetto con urgenza“.

Dopo Chernihiv Zelensky punta il dito contro gli “alleati”

La mancanza di ulteriore sostegno da parte dei partner occidentali sta lasciando Kiev sempre più alla mercé di questo tipo di attacchi da parte del Cremlino. Il presidente ucraino in queste ore supplica i Paesi occidentali di fornire più equipaggiamento di difesa aerea, tra cui un maggior numero di missili terra-aria. Zelensky, in un’intervista alla PBS, ha dichiarato all’inizio di questa settimana che l’ucraina ha recentemente esaurito i missili di difesa aerea mentre si sta difendendo da un importante attacco con missili e droni, parte di una nuova campagna russa che sta prendendo di mira le infrastrutture energetiche. Come ha ribadito anche il ministro Kuleba, Kiev necessita di almeno altre 7 batterie di Patriot per proteggere le città i centri economici ucraini dalla distruzione. Intanto, le forze ucraine si trincerano in previsione di una grande offensiva russa che potrebbe arrivare già il mese prossimo. Kiev nel frattempo sta optando per i droni a lungo raggio e attacchi missilistici dietro le linee russe, progettati per interrompere la macchina da guerra di Mosca.

Il “tritacarne” russo

“Strategia del tritacarne” l’ha definita la Bbc. Intanto, il bilancio delle vittime militari russe in Ucraina avrebbe ormai superato la soglia dei 50.000. Lo conferma l’emittente britannica, precisando che nel secondo anno di guerra i morti in prima linea sono aumentati del 25% rispetto all’anno precedente. Nel rapporto, la Bbc russa, il gruppo mediatico indipendente Mediazona e i volontari hanno contato i decessi dal febbraio 2022 e preso in considerazione le nuove tombe nei cimiteri, oltre ad aver analizzato informazioni da fonti aperte provenienti da rapporti ufficiali, quotidiani e social media.

Secondo i nostri risultati, più di 27.300 soldati russi sono morti nel secondo anno di combattimento, a testimonianza di come le conquiste territoriali abbiano comportato un enorme costo umano. Il termine tritacarne – prosegue la Bbc – è stato usato per descrivere il modo in cui Mosca invia incessantemente ondate di soldati per cercare di indebolire le forze ucraine ed esporre le loro posizioni all’artiglieria russa”. Il bilancio complessivo delle vittime sarebbe otto volte superiore all’unico riconoscimento pubblico ufficiale del numero di vittime mai fornito da Mosca nel settembre 2022. È probabile che il numero effettivo di morti russi sia molto più alto, dunque. L’analisi incrociata non include la morte dei miliziani a Donetsk e Luhansk, nell’Ucraina orientale, occupate dai russi.

Se questi decessi venissero aggiunti, il bilancio delle vittime da parte russa sarebbe ancora più alto.

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