“Troppi manganelli contro gli studenti”. E nel Pd c’è chi difende i collettivi rossi

"Troppi manganelli contro gli studenti". E nel Pd c’è chi difende i collettivi rossi

Dopo il silenzio immediatamente successivo ai fatti de La Sapienza, il Pd si è raccordato ed è partita la difesa di ufficio per i collettivi che hanno tentato prima di assaltare il rettorato e poi il commissariato. La colpa? Secondo gli esponenti del partito di Elly Schlein è, ancora una volta, dei poliziotti. Le violenze che si sono registrate nell’università romana, infatti, nelle loro dichiarazioni sono figlie della smania degli agenti di usare il manganello contro i “poveri” studenti. Resta da capire quale dovrebbe essere, secondo loro, l’atteggiamento che le divise dovrebbero tenere davanti a un muro di centinaia di persone che tenta di assaltare il rettorato di una università, che loro hanno avuto ordine di proteggere. O quale dovrebbe essere il comportamento, a detta degli esponenti dem, dei poliziotti che devono fronteggiare un’orda inferocita che tenta di assaltare un commissariato.

La frangia del Pd pro-violenti

Non mi piace questo clima da manganello e l’esibizione di forza nei confronti degli studenti. Chiedono la pace in Medio Oriente e bisogna saperci parlare“, ha dichiarato Arturo Scotto nell’approfondimento Specchio dei Tempi di Rainews24. “L’idea che si possano utilizzare forme di riflesso d’ordine sui giovani ci riporta molto ma molto indietro“, conclude. In realtà, a riportare l’Italia indietro sono le idee degli studenti, o sedicenti tali, che guardano con nostalgia agli Anni di Piombo e ad Autonomia Operaia. A riportare l’Italia agli anni bui sono gli “studenti” che celebrano Lenin e i brigatisti. Non sono i poliziotti, che escono costantemente feriti dagli scontri, e che proprio perché sanno di non avere alcuna tutela da parte da una certa politica, temono di intervenire con decisione contro gli assalti.

Negli ultimi tempi in Italia stanno volando un po’ troppi manganelli nei confronti degli studenti“, sono le parole di un altro esponente del Partito democratico, Matteo Ricci, che questa mattina in diretta a Omnibus su La7 ha tenuto la linea di Scotto, che è evidentemente quella di partito finché non ci sarà un’espressione pubblica del segretario Schlein. “Se c’è qualche studente che ha esagerato e ha commesso violenze ne risponderà, però c’è un clima che non mi piace“, prosegue Ricci. La giustificazione delle violenze degli studenti, continua a costruire quel finto muro di protezione dietro il quale i collettivi credono di potersi riparare in casi come questi. E dall’opposizione continuano a fornire l’ombrello di caduta perfetto per continuare a esercitare prepotentemente e con violenza le loro pretese.

Il M5s urla alla repressione

Sicuramente ci può essere estremismo in alcuni di questi giovani ma fondamentalmente stanno manifestando contro quello che sta accadendo in Palestina“, prosegue, continuando a fornire gli alibi. E sorvolando sul fatto che le proteste sono perché le università non assecondano le loro pretese. “Se gli studenti protestano hanno il diritto di protestare, non devono mai sfociare in violenza e se c’è qualcuno che ha esagerato lo si vedrà“, prosegue Ricci, che però ribadisce l’eccesso di manganelli. Si allinea alla frangia pro-violenti, invece, il Movimento 5 stelle, che accusano il governo. “La gestione del dissenso da parte di questo governo sta inanellando una serie di fallimenti e certa politica con le sue dichiarazioni non fa altro che soffiare pericolosamente sul fuoco. Le scuole e le università stanno diventando il palcoscenico della repressione nei confronti degli studenti e di scontri la cui sistematicità non può lasciare indifferenti“, accusano gli esponenti M5s in commissione Cultura alla Camera e al Senato. “È fondamentale stabilire un dialogo con chi protesta pacificamente e fermare questa deriva che non fa bene alle istituzioni universitarie e alla nostra democrazia“, dicono ancora i grillini.

La risposta della polizia

Ma mentre i partiti dell’opposizione usano gli scontri de La Sapienza come leva politica contro il governo e si spaccano su una semplice manifestazione di solidarietà alle forze dell’ordine, che dovrebbe essere dovuta davanti alla violenza subita, i poliziotti raccontano cosa davvero è successo in quei frangenti, sperando che qualcuno dia loro voce e attenzione. “I bravi e giovani studenti che menano come delinquenti. 16 poliziotti feriti ma nessuno ne parla… Eppure basta una manganellata, seppur in legittima difesa, per smuovere istituzioni, media, politica, sociologi, psicologi, associazioni e chi più ne ha più ne metta“, dichiara Andrea Cecchini del sindacato Italia Celere.

Nelle sue parole, anche una rivelazione importante sulle regole di ingaggio per la manifestazione di ieri, che smentisce ogni accusa nei confronti della polizia: “Ormai in strada ci viene chiesto di utilizzare solo gli scudi, come ieri, e finiamo in ospedale, se ci difendiamo finiamo in tribunale… Che strano il nostro lavoro, fatto di apparenza e prepotenza da parte di chi fa la voce più grossa, che di certo non è la nostra. Ma la domanda è: chi pagherà per i 16 poliziotti feriti?“. E poi, con frustrazione e rabbia, Cecchini si chiede “chi davvero risponderà per tutti i poliziotti feriti in questi anni in cui siamo stati usati come bersaglio mobile e come capro espiatorio“. Una domanda che resta sospesa.

Dai su, sig. Ricci, volano troppi schiaffi contro i poliziotti e se ci togliete i manganelli, cosa che noi auspichiamo a questo punto, ne prenderemmo comunque tanti e vi inventereste qualsiasi cosa per farci salire sul carro dei boia, addossandoci colpe politiche che di certo noi non abbiamo nè conosciamo“, dichiara poi Cecchini in risposta alle parole di Ricci. “L’assurdo è che difendete gente che tortura in strada i poliziotti con insulti, minacce, sputi, bestemmie e violenze di tutti i tipi in nome della pace… Questi sono i giovani che volete?“, chiede il sindacalista all’esponente del Pd.

La spaccatura del Pd sugli scontri de La Sapienza

La polizia deve farsi da parte e lasciare che questi soggetti prendano il controllo delle città? Devono arrendersi alle botte dei manifestanti che forzano i cordoni? Dal Pd dicano quali devono essere le regole di ingaggio, e non si trincerino dietro il dialogo, perché basta guardare le immagini, condivise dagli stessi collettivi, per capire che non vogliono quello. Gli “studenti” pretendono che le università si inchinino alle loro pretese e se questo non avviene scattano le rivolte. Ma il Partito democratico è spaccato sulla questione, perché c’è anche chi si sta schierando contro i collettivi e in favore delle forze dell’ordine. Chiara Braga, capogruppo dei dem alla Camera, ha espresso “solidarietà agli agenti e alle forze di polizia, gli episodi di violenza vanno sempre condannati. Anche il legittimo dissenso contro le scelte che si apprestava a fare l’ateneo non deve mai sfociare in atteggiamenti di questo tipo“.

Quindi, aggiunge Braga, “abbiamo contestato in passato un uso improprio della violenza di fronte a manifestazioni pacifiche, ma non c’è nessuna difficoltà a condannare la violenza che ieri c’è stata“.

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