“Verremo ancora alle vostre porte”. Così Ultima generazione arruola gli “eco-guerrieri”

"Verremo ancora alle vostre porte". Così Ultima generazione arruola gli "eco-guerrieri"

Eco-guerrieri cercansi. Astenersi perditempo, indecisi e curiosi. Ultima generazione ha ufficialmente iniziato il reclutamento: per combattere il sistema e fermare la “catastrofe climatica” da cui sono ossessionati, gli ambientalisti duri e puri hanno infatti bisogno di nuove leve. Ora l’obiettivo dichiarato dai disobbedienti green è difatti quello di allargare gli orizzonti, di estendere la lotta. Di trasformare cioè la settaria organizzazione in un grande movimento di massa. Ma come si diventa ecovandali e quali sono i criteri d’accesso al mondo che incita alla resistenza civile contro il presunto “collasso climatico“? Per capirlo, abbiamo preso parte a una delle assemblee con cui Ultima generazione punta a richiamare nuovi adepti.

La chat segreta

Il proselitismo ultra-ambientalista inizia in rete con un primo aggancio. Poi, per chi fosse realmente motivato, si passa alla fase successiva: agli incontri di persona che precedono l’eventuale azione sul campo. Entrati nella chat “segreta”, alla quale si accede solo attraverso un link riservato, ci ritroviamo nello spazio virtuale assieme ad altri aspiranti attivisti interessati alle tesi di Ultima generazione. Ci sono giovani, padri di famiglia, persone più anziane e supporter della militanza anti-sistema. In sottofondo, risuona De André: “Verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte. Per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti“. A prendere per primo la parola è un facilitatore dalla parlantina convinta e subito accalorata. “Il governo inadempiente monta campagne ad arte per portare la paura su temi irrazionali. La nostra disobbedienza civile non violenta vuole invece alzare l’attenzione su un grave problema“, dice.

Gli appelli all’azione

E subito s’accende la retorica ambientalista dai toni apocalittici. “Avremo 200 milioni di migranti climatici entro il 2050“, scandisce il reatore, iniziando a solleticare gli eco-istinti dei presenti. “Il momento in cui si prende la decisione di entrare in azione è molto liberatorio, perché ti metti in gioco“. Così, le catastrofiche pervisioni sull’ambiente lasciano spazio ai primi allusivi appelli alla dissidenza. “Noi siamo stati condizionati fin da piccoli a comportarci bene, a rispettare i genitori, la maestra, lo Stato, la polizia, il giudice. Ma questi fanno parte di un velo di perbenismo, di finto benessere. Vogliamo continuare a essere leali verso questo sistema?“, incalza il rappresentante di Ultima generazione, in una sorta di monologo seguito in religioso silenzio.

Poi, finalmente, spazio al confronto. Gli iscitti alla chat vengono suddivisi in ulteriori stanze virtuali nelle quali è possibile dialogare in piccoli gruppi. “La fretta degli attivisti per la catastrofe imminente non è facile da far recepire. Molti ci dicono che le loro azioni spaventano, questo circuito mi sembra non porti a una soluzione“, osserva una donna. E anche noi, invitati a esprimerci, proviamo a evidenziare la macro-contraddizione dell’ambientalismo duro e puro, le cui gesta non offrono mai soluzioni concrete ma anzi suscitano riprovazioni collettive. “La protesta va vista in prospettiva. Lo sciopero della fame, il blocco del traffico o l’imbrattamento del Senato sono modi per portare l’attenzione sul tema“, ci viene risposto.

I prossimi blitz

Il tentativo di fugare qualsivoglia titubanza tra i partecipanti è quindi affidato al facilitatore più anziano, che improvvisa una nuova arringa. “Ci vorranno più generazioni per arrivare in fondo a questo percorso. Noi siamo dei precursori, iniziamo qualcosa di innovativo che va a scardinare alla base certi meccanismi e che altri dovranno completare“, afferma. Ma come: quella presente non doveva essere l’ultima generazione prima dell’ecatombe? Dopo oltre un’ora di nebulose argomentazioni e di esortazioni ideologiche, ecco che arriva il momento più atteso. Quello in cui l’organizzazione annuncia in esclusiva per i convenuti le sue prossime mosse.

Il campeggio e la presa di Roma

Il punto di svolta che vogliamo avere è quello di diventare movimento di massa, con tantissime persone che possono venire in azione e decidere anche sul momento il livello di rischio da assumere“, viene rivelato. Così, in anteprima è spifferato il lancio di un maxi raduno previsto per maggio, quando Ultima generazione stazionerà a Roma per ben tre settimane, organizzando un grande campeggio nel quale sarà possibile fermarsi e al cui interno si svolgeranno varie attività, come la costruzione di “materiali per le azioni” e la formazione “per le azioni dirette non violente“. Verrà ad esempio spiegato quale postura assumere durante i blitz o come comportarsi in quel frangente. L’intenzione è quella di ripetere quanto avvenne nel 2019 a Londra, quando centinaia di attivisti bloccarono a più riprese la City.

Chissà che non riusciamo a ottenere qualcosa anche noi, se faremo tre settimane di azioni continue a Roma“, viene auspicato.

Nella Capitale, i nuovi eco-guerrieri passeranno così all’azione in vista di un autunno dissidente che già si preannuncia caldissimo.

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