Una missione lampo per mantenere alto il livello di collaborazione con Tunisi e rafforzare una partnership che, numeri alla mano, ha prodotto risultati importanti sul fronte degli sbarchi. Nei primi mesi del 2024, infatti, gli arrivi di migranti in Italia sono diminuiti del 60% per quanto riguarda la rotta tunisina e del 37% per ciò che concerne la rotta libica. Inoltre le autorità di Tunisi hanno dichiarato che, fino ad oggi, hanno riportato a terra circa 12mila migranti.
Se tra il primo gennaio e il 15 aprile 2023 erano stati registrati 18.588 arrivi dalla rotta tunisina e 14.081 dalla quella libica, quest’anno nello stesso periodo sono arrivati dalla Tunisia 7.254 migranti, mentre dalla Libia 8.805. Tuttavia nelle ultime quattro settimane si è registrata una inversione di tendenza, con 5.587 arrivi dalla Tunisia contro i 3.945 sbarcati (+81,17 per cento) dalla Libia dal 15 marzo a oggi. Il quarto viaggio di Giorgia Meloni in Tunisia, questa volta assieme ai ministri Matteo Piantedosi e Anna Maria Bernini e al viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, non potrà non prendere in analisi questo elemento, anche se la missione lampo avrà come obiettivo soprattutto quello di rafforzare i legami economici con Tunisi e capire come declinare in concreto il Piano Mattei, ovvero il piano strategico per la costruzione di un nuovo partenariato dell’Italia con gli Stati del continente africano.
Il capo del governo italiano farà il punto col presidente Kais Saied, prima di raggiungere Bruxelles per partecipare al Consiglio europeo di domani e giovedì. Nel bilaterale saranno siglati alcuni documenti: un accordo sul sostegno diretto al bilancio dello Stato tunisino a favore dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili; una linea di credito per le piccole e medie imprese tunisine; un protocollo d’intesa tra i rispettivi ministeri dell’Università e della ricerca, che fornirà il quadro per la cooperazione in questo ambito tra le due nazioni.
Una iniziativa di cultural diplomacy quella sotto l’egida della ministra Bernini, che rafforza una collaborazione già strutturata con un Paese con cui l’Italia collabora nell’ambito Horizon Europe (la Tunisia ha ricevuto 50,8 milioni di euro di finanziamento); possiede il secondo più alto tasso di laureati in materie STEM al mondo, secondo solo alla Malesia, e rappresenta il secondo paese africano per numero di accordi interuniversitari con l’Italia. Matteo Piantedosi, invece, discuterà dell’inversione del trend degli sbarchi con l’omologo, Kamel Feki, con cui ha da tempo una interlocuzione fruttuosa e costante.
Sullo sfondo in Italia in queste ore si continua a ragionare sulla questione della gestione delle festività religiose non cattoliche nella scuola, tema che ha conquistato la ribalta dopo l’episodio del Ramadan e dell’istituto di Pioltello. Una indagine Swg realizzata per il ministero dell’Istruzione indica che per 6 italiani su 10 non spetta alle scuole decidere in autonomia i giorni di festività. Inoltre sul riconoscimento delle festività religiose non cristiane emerge un orientamento negativo, fermo restando che le assenze dovrebbero essere giustificabili.
Infine un’ultima indicazione: il 61% degli italiani approva una quota massima di stranieri nelle classi e la maggioranza vorrebbe che fossero meno del 30%.