In Belgio sono ancora rispettati i diritti democratici? È lecito chiederselo dopo quanto accaduto ieri a Bruxelles in cui, con una decisione contraria al rispetto della libertà di parola, del diritto e dei basilari principi democratici, è stato impedito lo svolgimento della National Conservatism Conference, la principale conferenza dei conservatori occidentali. Tra gli ospiti previsti il primo ministro ungherese Viktor Orban, il già primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, il leader di Reconquete Eric Zemmour e il già primo ministro inglese Suella Braverman.
Tutto è iniziato nei giorni scorsi quando, dopo le pressioni dei gruppi antifascisti, il sindaco socialista di Bruxelles ha costretto per «motivi di ordine pubblico» a cancellare la prima sede in cui era previsto l’evento. Dopo aver trovato una nuova sede, gli organizzatori (l’evento è promosso dalla Edmund Burke Foundation con il think tank Nazione Futura partner italiano) si sono visti cancellare anche la seconda location e, trovato in poche ore un terzo luogo in cui svolgere la conferenza, ieri è avvenuto qualcosa di inimmaginabile in un paese democratico: un cordone di poliziotti su ordine del sindaco ha circondato l’edificio impedendo a chiunque di entrare inclusi relatori, europarlamentari e ovviamente spettatori. Non si sono fatte attendere le reazioni a partire dal premier e presidente dell’Ecr Giorgia Meloni: «Ciò che sta accadendo a Bruxelles ci lascia increduli e sgomenti. Il sindaco di uno dei comuni della capitale belga ha vietato una conferenza, alla quale dovrebbero partecipare capi di governo, parlamentari nazionali ed europei. In seguito all’ordine, la polizia ha impedito fisicamente ospiti e relatori non potranno accedere alla conferenza. Ho immediatamente chiesto al primo ministro belga Alexander De Croo di dare seguito a quanto stava accadendo».
È così arrivato l’intervento di De Croo: «Quello che è successo è inaccettabile. L’autonomia municipale è una pietra angolare della nostra democrazia, ma non potrà mai prevalere sulla costituzione belga che garantisce la libertà di parola e di riunione pacifica dal 1830. Vietare le riunioni politiche è incostituzionale. Punto».
Secondo il co-presidente del gruppo dei conservatori al Parlamento europeo Nicola Procaccini: «È un atto gravissimo. Come ECR porremo la questione alla presidente del parlamento europeo Roberta Metsola» mentre per il gruppo di Identità e Democrazia: «questa sarebbe democrazia?». Oggi ci sarà la seconda giornata della conferenza in cui è previsto l’intervento di Orbàn, di Morawiecki e degli europarlamentari italiani, il presidente della Edmund Burke Foundation Yoram Hazony assicura «l’evento si farà» ma ancora non si sa come e dove.
Neanche a Caracas o Pyongyang si vedono scene di questo genere.