A pochi minuti dalla diffusione della notizia dell’attacco iraniano a Israele, le ipotesi sugli obiettivi “non civili” sono state immediatamente due: le alture del Golan, eternamente contese, e la base di Nevatim, nel deserto del Negev.
Nevatim, vero obiettivo dell’Iran
Tra le due, era la base aerea di Nevatim l’obiettivo principale dell’attacco della scorsa notte: ovvero, la base degli F35 da cui, secondo Teheran, è partito il raid del 1° aprile scorso contro il suo consolato a Damasco, nel quale è stato ucciso il generale Mohammad Reza Zahedi. Si tratta, infatti, dell’unico sito indicato pubblicamente dai Guardiani della rivoluzione per la rappresaglia condotta con 170 droni, 30 missili cruise e 120 missili balistici, il 99% dei quali intercettato da Israele e dai suoi partner.
New low resolution satellite imagery shows what appears to be 1 impact area from an Iranian missile strike on the Nevatim air base in southern Israel.
Ignore the shadows from the few pesky clouds. pic.twitter.com/IDqdOYC5pM— Moshe Schwartz (@YWNReporter) April 14, 2024
Il sistema di difesa Arrow ha abbattuto la grande maggioranza dei missili balistici lanciati, ma quando erano già nello spazio aereo israeliano, hanno precisato le Idf. Per questo sono state attivate le sirene dell’allarme aereo, per avvertire la popolazione di mettersi al riparo. Questo per evitare di essere colpiti da eventuali schegge, come è avvenuto nel Negev, dove una bambina di sette anni di un villaggio beduino è stata ferita in modo grave. La quota dei missili balistici che è riuscita a ingannare lo scudo israeliano ha colpito proprio Nevatim, provocando però solo danni di lieve entità: la base, infatti, oggi è perfettamente operativa. “L’Iran pensava che sarebbe stato in grado di paralizzare la base e danneggiare così le nostre capacità, ma ha fallito“, ha commentato Hagari, secondo cui “i caccia continueranno a decollare ed atterrare a Nevatim, a partire per missioni di offesa e difesa, compresi gli F35 che adesso stanno rientrando“, ha aggiunto il portavoce delle Idf. Proprio questa mattina, infatti, l’account X delle forze israeliana mostrava alcuni F-35 di ritorno alla base.
Watch the F-35I Adir fighter jets return to Nevatim Airbase after successfully protecting Israel’s airspace: pic.twitter.com/ap5gPLphPD
— Israel Defense Forces (@IDF) April 14, 2024
La funzione della base di Nevatim
La base si trova a circa 15 km a sud-est di Beersheba. Si tratta di una delle più grandi in Israele: qui sono di stanza aerei da combattimento stealth, aerei da trasporto, aerei cisterna e velivoli per la ricognizione e sorveglianza elettronica. Dal 2003 la base ha ricevuto più squadroni di F- 16. Dalle due piste originarie, venne costruita una terza pista alla metà degli anni 2000 come parte di un progetto per raccogliere il trasferimento delle attività militari precedentemente svolte all’aeroporto Ben Gurion.
The Washington Post published the locations successfully reached by Iranian missiles, confirming missile hits at Ramon Airport, Nevatim Base, and a target in the Golan—”the Israeli intelligence headquarters on Mount Hermon involved in the assault on the consulate.” pic.twitter.com/BQ9DoUXO1J
— IntelSky (@Intel_Sky) April 14, 2024
Tutti gli F-16 vennero poi ritirati dalla base negli anni 2010. Nel dicembre 2016, i nuovi aerei da combattimento F-35 Adir sono di stanza a Nevatim. Israele li acquista da un consorzio di produttori statunitensi legato alla Lockheed Martin, modificati secondo le sue esigenze. Complessivamente sono stati ordinati 75 di questi velivoli, la cui consegna terminerà entro il 2030. Oggi Nevatim è la sede di tre dei più importanti squadroni aerei israeliani: il 116° Lions of the south, il 117° First Jet e il 140° Golden eagle. Oltre agli F-35, nella base stato installato anche un simulatore di volo, che permette l’addestramento dei nuovi piloti. La base è anche l’aeroporto di partenza Wing of Zion, il Boeing 767 che costituisce l'”Air Force One” israeliano.
Il monte Hermon
Oltre alla base di Nevatim, anche la base di intelligence del Monte Hermon sarebbe stata un obiettivo. Lo scrive l’agenzia degli studenti iraniani, l’Isna. Inoltre il sito di intelligence militare sul Monte Hermon era un obiettivo legittimo in risposta agli attacchi israeliani condotti contro posizioni iraniane in Siria, prosegue l’Isna. La base, inoltre, sarebbe stata utilizzata per facilitare il raid sul consolato di Damasco.
Per entrambe le basi si è subito scatenata la guerra di propaganda da parte dellIran. Secondo il Capo di Stato Maggiore delle forze iraniane Mohammad Bagheri, l’agguato di queste notte sarebbe riuscito meglio del previsto. Bagheri ha sottolineato che l’attacco era previsto proprio per colpire il sistema di difesa complessa che ha contribuito a danneggiare il consolato di Damasco. La Repubblica islamica, ha aggiunto dalle colonne di Al Mayadeen, avrebbe avito la capacità di effettuare un attacco missilistico decine di volte più grande, ma ha scelto di non lanciare un attacco massiccio e di limitarlo a un’operazione punitiva.
Popolazione e centri economici non sono stati colpiti affinché le forze israeliane si rendessero conto che la loro azione non sarebbe rimasta senza risposta.