Con il recupero della salma dell’ultimo operaio disperso nella centrale idroelettrica di Suviana comincia la seconda fase dell’intervento. Ora dovranno essere effettuati tutti gli accertamenti per capire cosa sia realmente successo nel pomeriggio di martedì 9 aprile nei piani -8 e -9 dell’impianto di Bargi. Nel frattempo, si stanno conducendo tutte le analisi per verificare quale possa essere stato l’impatto dell’incidente sulle acque del bacino e, in un punto stampa organizzato questa mattina, Giuseppe Bortone, direttore di Arpae Emilia Romagna, ha spiegato che è stata condotta una verifica “su quanto poteva essere andato in aria, non ci sono presenze di fibre, così come non ci sono presenze di fibre di amianto nelle macerie che sono state campionate“.
Una smentita su quanto stava circolando nelle ultime ore, che esclude la presenza dell’asbesto, e di lavorati dello stesso. “Abbiamo altri due, tre punti di campionamento all’interno del bacino, lì non c’è nessun segnale“, ha spiegato ancora Bortone, assicurando sulla sicurezza presente e futura del sistema idrico. Anche sulla presenza di idrocarburi il direttore ha rassicurato spiegando che “la tendenza è al forte ribasso“. Sulla sicurezza del sistema idrico della zona, anche il vicepresidente della Regione Emilia Romagna, Irene Priolo, nella giornata di ieri ha sottolineato che “non c’è un problema di sicurezza dal punto di vista idropotabile“.
La presenza degli oli in sospensione, che non sono solubili in acqua, si sta riducendo anche grazie agli interventi che si stanno conducendo fin dai giorni successivi all’incidente. “I due prelievi fuori dal sito hanno rilevato una presenza di idrocarburi che imputiamo alla prime operazioni. Mentre il campionamento fatto al centro del lago è nella norma“, ha spiegato ancora Priolo. I legami covalenti degli idrocarburi, che dal punto di vista chimico sono sostanze costituite in quasi totale purezza da carbonio e da idrogeno, utilizzati normalmente come combustibili, li rendono pressoché insolubili in acqua.
“Abbiamo chiuso le operazioni di recupero dei corpi, si apre una fase in cui dovremo fermare l’allagamento progressivo in atto e portare tutto all’asciutto“, ha spiegato il capo del corpo nazionale dei vigili del fuoco, Carlo Dall’Oppio, in modo tale da “consentire agli esperti nominati dalla Procura di svolgere i loro accertamenti. Noi restiamo a disposizione“.
Questa operazione, ha sottolineato, sarà facilitata dal fatto che “ora potremo mettere in campo più linee di pompaggio, dal momento che il lavoro dei sommozzatori è terminato“.