O.J. Simpson è stato uno dei più grandi giocatori nella storia del football americano, ma anche il protagonista di uno dei più famosi processi americani, che ha tenuto per mesi la nazione incollata allo schermo. Una vita sotto i riflettori e poi segnata da tanti guai giudiziari, su cui è calato il sipario mercoledì, quando la superstar della Nfl è morta per un tumore a 76 anni a Las Vegas. «Il 10 aprile nostro padre, Orenthal James Simpson, ha ceduto alla sua battaglia contro il cancro. Era circondato dai suoi figli e dai suoi nipoti. In questo momento di transizione, la sua famiglia vi chiede di rispettare i suoi desideri di privacy», scrivono i parenti su X.
Nato nel 1947 in un quartiere difficile di San Francisco, O.J. divenne uno dei più grandi running back del football americano, prima con i Buffalo Bills e negli ultimi due anni di carriera con i San Francisco 49ers (team della sua città natale). Recito’ come attore in più di 20 film di Hollywood e in alcuni degli spot televisivi più iconici della Hertz, ma fece anche il commentatore sportivo. Negli anni Novanta, tuttavia, la sua reputazione fu distrutta dall’accusa per il duplice omicidio dell’ex moglie Nicole Brown Simpson e dell’amico Ron Goldman in un processo che ha avuto ripercussioni legali e culturali durate anni. Simpson fu accusato di aver ucciso i due a coltellate fuori dall’abitazione di lei a Brentwood, quartiere alla moda di Los Angeles, nel giugno 1994 (due anni dopo il divorzio): la sua fuga e l’inseguimento sull’autostrada da parte della polizia prima della resa, trasmessa in diretta nazionale, tennero l’America con il fiato sospeso.
Nonostante macchie di sangue e altre prove lo collegassero al crimine, nel 1995 una giuria prevalentemente afroamericana sostenne la tesi della difesa secondo cui l’ex campione era stato incastrato dalla polizia razzista di Los Angeles. I membri della giuria hanno impiegato meno di tre ore per assolverlo al termine di una maratona durata otto mesi e trasmessa in tv. Dopo essere stato giudicato non colpevole Simpson divenne il simbolo della divisione razziale, ma le famiglie Goldman e Brown nel 1997 vinsero una causa civile da 33,5 milioni contro di lui secondo cui era responsabile degli omicidi. Evitato dagli sponsor e perseguitato dai creditori, l’ex star dell’Nfl ha cercato di mantenere il suo stile di vita benestante nei modi più disperati. Come il blitz organizzato nel 2007 per derubare due spacciatori di cimeli in una stanza d’albergo di Las Vegas: Simpson disse che stavano cercando di vendere oggetti personali rubati della sua carriera sportiva e cinematografica, ma è stato arrestato, e condannato a 33 anni per sequestro e rapina a mano armata. Nel 2008 è stato rinchiuso nella prigione Lovelock Correctional Center fuori Reno, in Nevada, da cui è uscito dopo aver scontato nove anni nel 2017.
Secondo quanto riferito dal sito Tmz, negli ultimi anni ha combattuto contro un cancro alla prostata e la sua salute è ultimamente peggiorata.
L’ultima volta che è comparso sui social è stato in occasione del 58esimo Super Bowl a febbraio, in cui diceva di fare il tifo per la sua ex squadra, i San Francisco 49ers.