Tra Lega e Forza Italia sarà uno sprint all’ultimo voto. Questo, almeno, dicono tutti i sondaggi sulle Europee dell’8 e 9 giugno.
Una corsa tra alleati al secondo gradino del podio dei partiti del centrodestra, che potrebbe incidere sugli equilibri della maggioranza di governo guidata da Giorgia Meloni più di quanto si possa oggi immaginare. Non solo per i ricaschi italiani, ma anche per quelli europei in vista di una riedizione della cosiddetta «maggioranza Ursula» che pare ineluttabile a prescindere dal destino politico di von der Leyen. Se davvero gli azzurri guidati da Antonio Tajani – e per giunta al loro primo vero appuntamento elettorale senza Silvio Berlusconi – dovessero scavalcare la Lega di Matteo Salvini, difficilmente non si avrebbero contraccolpi. Un sorpasso che i sondaggi oggi non rilevano, ma che in Transatlantico in molti danno per fatto. «C’è un tema di rappresentanza su tutto il territorio nazionale, fattore che alla Lega manca e che sarà decisivo», spiega un presidente di Commissione di Fratelli d’Italia che la politica la mastica dagli anni del liceo.
La partita, insomma, è apertissima. Ed è inevitabile, quindi, che tra Salvini e Tajani sia in corso un braccio di ferro sotterraneo su tutti i fronti più caldi.
Quello romano, perché alla Camera balla il via libera definitivo all’Autonomia differenziata, provvedimento caro alla Lega (e molto gradito ai militanti storici del Nord che non vedono di buon grado la vocazione nazionale) ma osteggiato da Forza Italia (che teme ricaschi sulle regioni che governa al Sud). Sull’approvazione finale del ddl c’è però un accordo politico complessivo Fdi-Lega-Fi che comprende anche premierato e separazione delle carriere dei magistrati, quindi è solo una questione di tempo: avere o no la bandiera da sventolare in campagna elettorale. Salvini vuole l’ok definitivo prima del voto, Tajani punta a posticiparlo con l’ausilio dell’ostruzionismo del Pd e del fatto che i lavori delle Camere saranno sospesi 15 giorni prima del voto.
Ieri il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha avviato un approfondimento sui tempi dell’esame del provvedimento, ma difficilmente non andrà in Aula il 29 aprile come già deciso.
L’altro fronte, è quello delle candidature. Perché a spulciare i nomi, è evidente che Forza Italia strizza l’occhio ai leghisti delusi. Nella circoscrizione Nord-Ovest, per dire, per gli azzurri correranno ex leghisti di peso come Roberto Cota (già governatore del Piemonte), Marco Reguzzoni (già capogruppo alla Camera) e Stefania Zambelli (eurodeputata uscente). Mentre Flavio Tosi, altro ex ingombrante e oggi plenipotenziario azzurro in Veneto, si muove sulla circoscrizione Nord-Ovest facendosi forte dello slogan «Forza Nord». Potrebbe correre anche lui per l’Europarlamento o, in alternativa, la moglie, l’ex senatrice leghista Patrizia Bisinella.
Insomma, un assedio azzurro.
Con dettagli che raccontano l’atmosfera: l’eurodeputato Toni Da Re – appena espulso dalla Lega dopo 42 annidi militanza- alle comunali di Mogliano Veneto del 9 giugno sosterrà con una lista civica il candidato sindaco di Forza Italia contro quello della Lega.