Nonostante le richieste di basso profilo che provengono dalla diplomazia italiana, che sta lavorando sotto traccia per far ottenere condizioni migliori a Ilaria Salis, proseguono le polemiche con l’Ungheria per la detenzione dell’insegnante 39enne. Da febbraio 2023, Salis si trova rinchiusa in un carcere di Budapest con l’accusa di aver preso parte a una grave aggressione della capitale ungherese ai danni di alcuni esponenti di estrema destra. Le immagini che la ritraggono in catene all’arrivo nell’aula di tribunale durante il processo hanno indignato molti e ora i suoi avvocati sono pronti a far ricorso alla Cedu.
“Depositeremo dei ricorsi alla Cedu per denunciare le condizioni detentive che Ilaria Salis ci ha raccontato e che abbiamo visto anche di persona nelle udienze con quel sistema barbaro di portare i detenuti in aula“, ha detto l’avvocato Eugenio Losco, legale dell’insegnante. “La decisione dello scorso 28 marzo delle autorità giudiziarie ungheresi di respingere la richiesta dei domiciliari è stata già impugnata e siamo in attesa che venga fissato il giudizio d’appello he dovrà decidere se è possibile una modifica della misura e darle i domiciliari“, ha proseguito Losco.
Quindi, in merito alle dichiarazioni di Zoltan Kovacs, portavoce del Governo, le ha etichettate come “incredibili“, che “non possono non incidere sullo svolgimento del processo“. Losco ha preso parte alla manifestazione contro i Cpr che si è tenuta oggi, sabato 6 aprile, a Milano e a margine della stessa è tornato sulle polemiche, dichiarando che “non si può descrivere una persona già colpevole con termini molto forti e si arrivano a fare dichiarazioni sul comportamento che ha tenuto il padre e si dice quasi che il padre dovrebbe pensare non al processo, ma a come ha educato sua figlia“.
A suo dire, quelle dichiarazioni “non possono che incidere sulla presunzione di innocenza. Noi temiamo che quello non sia un giusto processo“. Dopo i contatti con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “non so se ve ne siano stati altri” di natura politica.
“Noi speriamo che vi sia un lavoro sottotraccia e che i canali diplomatici vadano avanti così da trovare una soluzione per Salis“, ha concluso l’avvocato.