Il campo largo è un argomento mitologico. Ne è sicuro Gianfranco Pasquino (nella foto), professore emerito di Scienza Politica, che non usa mezzi termini per fotografare le difficoltà vissute dalla segretaria dem Elly Schlein e dal leader dei 5S Giuseppe Conte in questa fase. Il caso di Bari, poi, avrà delle ricadute anche sul piano nazionale, con un pezzo di elettorato che potrebbe iniziare a credere meno al «nuovo corso» di Schlein.
Professore, il campo largo si è sfaldato anche sulle Comunali di Bari.
«Il campo largo va costruito volta per volta, a seconda dei candidati e delle richieste dei vari territori. È un’opera da Sisifo: ogni volta che si arriva in vetta, si torna indietro».
Date le condizioni attuali, sembra difficile immaginare un centrosinistra competitivo sul piano nazionale.
«Sì ma alle elezioni Politiche manca molto tempo. Bisognerà comprendere se, a forza di perdere, i probabili attori del campo largo comprenderanno quanto sia necessario avere un accordo decente».
E poi c’è la sempreverde ricerca di un «federatore». Di nomi se ne fatto tanti ma la soluzione non c’è.
«Guardi c’è una mia collaboratrice che ha un bambino di sei anni. Spesso questa collaboratrice sostiene che il federatore del centrosinistra possa, in futuro, essere suo figlio».
Il Pd ha dei problemi seri a Bari.
«Guardi, il problema non è del Partito democratico ma delle modalità organizzative della politica. Alcuni partiti oggi sono strutturati in modo tale da presentare dei pori. E alcune persone, donne e uomini, sono brave ad approfittare di questi pori».
Il leader grillino Giuseppe Conte è fermo sulla sua posizione: il Movimento 5 Stelle non parteciperà alle primarie per il candidato sindaco di Bari.
«Premesso che le primarie andrebbero organizzate in maniera decente, Giuseppe Conte sbaglia a non partecipare. Ma l’ex presidente del Consiglio oggi vuole sfruttare ogni occasione per creare un distinguo netto con il Pd. C’è solo un problema: in questa maniera tanto il Pd quanto il Movimento 5 Stelle rischiano di finire all’opposizione del Comune. Senza il Pd, i grillini non vanno da nessuna parte. L’unico obiettivo raggiungibile diventa l’elezione di alcuni consiglieri».
C’è un contesto in cui il campo largo ha effettuato errori madornali uno dietro l’altro: la gestione della scelta del candidato per la presidenza della Regione Basilicata.
«Sì, davvero una serie di errori. Il centrosinistra in Basilicata avrebbe dovuto pensare subito a candidato unificante per i due partiti. E con una caratteristica specifica: non avrebbe dovuto avere un passato troppo lungo o complesso in Basilicata. E poi, secondo me, lo dico in maniera sommessa ma lo dico, il candidato sarebbe dovuto essere l’ex ministro della Salute Roberto Speranza. Capisco che per lui fosse complicato o doloroso ma forse avrebbe vinto. Il resto sapeva di vecchio o di improvvisato. Qualora dovessero perdere, lo avrebbero meritato».
Quanto influiscono gli scandali e le polemiche baresi sulla percezione nazionale del Pd di Elly Schlein.
«Beh, Michele Emiliano e Antonio Decaro sono due personalità molto popolari.
L’effetto complessivo, dal punto di vista nazionale, è un effetto deprimente su una parte di elettori».